Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

MA CHE BONFÀ!

MA CHE BONFÀ!
Omaggio a Carlo Bonfà, artista del paradosso
A tre anni dalla sua scomparsa, l’eredità artistica di Carlo Bonfà continua a risuonare con forza, tra ironia graffiante e una poetica ludica profondamente critica. Pittore, scultore, performer, poeta visivo e sperimentatore instancabile, Bonfà ha attraversato cinquant’anni di ricerca creativa sfidando ogni incasellamento. Dagli anni ’80, nel gruppo dei “nuovi-nuovi” individuati da Renato Barilli, ha impresso al suo lavoro una rotta personale, lontana da convenienze e compromessi.
La sua produzione più recente, prevalentemente dedicata al legno dipinto, evidenzia una meticolosità quasi monastica, che convive con un’inarrestabile vena provocatoria. Le sue opere non si limitano a stupire: svelano contraddizioni, decostruiscono retoriche, irridono il potere e la guerra, parlano con il linguaggio dell’assurdo per toccare le corde più profonde della coscienza.
L’Arte di Bonfà oscilla tra denuncia politico-sociale e gioco linguistico, creando una dimensione “altra” dove
finti missili in legno di balsa e mine anti-bambino a forma di torta divengono allegorie taglienti e paradossali contro la tragica inutilità della guerra, o dove
“Tip-Tap”, parola visiva realizzata con centinaia di tappi da vino, sta ad indicare come il gioco stesso possa incarnarsi nell’opera.
Bonfà trasformava oggetti poveri in reliquie contemporanee, custodendo quell’approccio serio e leggero che solo chi ha conservato lo spirito dell’infanzia può maneggiare con coerenza. Creatore di mondi e abitante delle proprie creazioni, è stato al contempo stratega ironico e vittima consapevole delle sue stesse trappole visive.
Nel ricordarlo, più che cercare definizioni, vale forse abbandonarsi alla sua poetica e accettare l’idea che nulla è più serio del gioco… nella vita quanto nell’Arte.
La mostra “Ma che Bonfà!” che il Comune di Mantova ha voluto dedicargli, a cura di Carlo Micheli, si concluderà il 14 settembre e sarà visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:00 presso la Casa di Rigoletto.

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1 Marzo 2024

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