Luisella Traversi Guerra – Metamorfosi nel sentire
Alla galleria d’arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio, 39 si inaugura, alle ore 18, la mostra personale di Luisella Traversi Guerra dal suggestivo titolo “Metamorfosi nel sentire”.
Luisella Traversi Guerra nasce a Borgonovo (Piacenza), ma trascorre la sua infanzia a Parigi. Rientrata in Italia termina gli studi e quindi si sposa. Per molti anni gestisce la direzione e la valorizzazione delle risorse umane nell’azienda di famiglia maturando una grande esperienza nell’analisi comportamentale e nello sviluppo della qualità nell’ambiente di lavoro fino a diventare ricercata relatrice in convegni, seminari e pubblici dibattiti. Nonostante questi impegni, gravosi e delicati insieme, la nostra artista non trascura le sue grandi, innate passioni: la pittura e la poesia. Artista a tutto tondo, dunque, carica di vitalità ed energia e che continua incessantemente a produrre in una specie di multidisciplinarietà fantastica e creativa dove i vari ambiti si fanno vasi comunicanti dialogando tra loro, dando vita ad un’unica, grande vena artistica.
Arte intensa e sentita, quella di Luisella Traversi Guerra, quasi un prolungamento della sua stessa vita, un bisogno vero e concreto di esternare emozioni, sentimenti e stati d’animo per un’espressione tutta d’istinto, libera e personale, al di fuori degli schemi accademici, quasi un atto liberatorio, un’intima esigenza di trasmettere messaggi e farsi veicolo di comunicazione. E forse è proprio per questi motivi che la sua formazione non è passata attraverso gli studi tradizionali ma si è invece sviluppata in modo del tutto autonomo e personale, seguendo lo studio attento e approfondito della Storia dell’Arte, visitando musei e gallerie, provando e riprovando tecniche e moduli espressivi, ascoltando, soprattutto, la voce della sua anima e della sua ispirazione. Una formazione, dunque, quella di Luisella Traversi Guerra, condotta in solitudine e appunto per questo più autentica e vera, più libera e sentita in quanto questo voluto e desiderato isolamento l’ha preservata da condizionamenti culturali e ambientali consentendole di essere solo ed esclusivamente se stessa, di seguire solo le sue tematiche, le sue tecniche espressive. Interessante, e degno perciò di essere sottolineato, il suo percorso pittorico che, in questa sua ostinata e tenace ricerca personale, l’ha portata ad affrontare varie fasi, vari momenti, diversificati e ben motivati sviluppi espressivi. E’ partita dall’Impressionismo, Luisella Traversi Guerra, un impressionismo luminoso e squillante dove la natura, e in particolare l’ambito floreale, costituiva l’ossatura fondamentale della sua espressione. E già in questi dipinti era presente la profonda riflessione interiore, l’intimo stupore e la proiezione verso altri mondi e altri confini, fattori questi, che lasciavano intuire o presagire la fase successiva, quella del Simbolismo. Ma poi Luisella ha sentito il fascino delle Avanguardie Storiche, dell’Espressionismo Lirico e dell’Informale, soprattutto, ha sentito il bisogno di una maggiore libertà, di superare la semplice descrizione della realtà per entrare sempre di più dentro le cose, per carpirne l’anima e l’essenza, di andare oltre il visibile per rappresentare non tanto e non solo ciò che l’occhio vede (visione retinica), ma piuttosto ciò che il cuore vive e sente. Pittura tutta d’emozione, dunque, e basata su tre elementi fondamentali: colore, gesto e materia con il prezioso e insostituibile supporto della luce: una luce intensa e profonda e tutta interna al dipinto perché proveniente dalla materia stessa, dal pigmento pittorico, dalle sapienti gradazioni tonali che l’artista riesce ad ottenere. Ma, come dicevo sopra, è proprio il colore la caratteristica fondamentale di quest’artista. Un colore che a volte appare in tutta la sua forza e vitalità, quasi un’esplosione di tinte che invade la tela dipanandosi in mille rivoli, in riflessi cangianti e delicate sfumature: altre volte, invece, sembra come placarsi per dare spazio a timidi bianchi e delicate terre che si coprono di rugosità e avvallamenti, di lacerazioni e ferite a dare il senso delle problematiche umane ed esistenziali dei nostri giorni.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 12 novembre.
Orari: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura.
Luciano Carini