Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Luci Immaginarie

Valentina Formisano| David Cesaria
“Luci Immaginarie”
8 ottobre – 30 ottobre
Opening 8 ottobre 2024 ore 19.00 | Borghini Arte Contemporanea | Roma

Martedì 8 ottobre alle ore 19.00 la galleria Borghini Arte Contemporanea inaugura “Luci Immaginarie” di Valentina Formisano e David Cesaria.

Assi, DNA, Scheletri, Cosmo, reliquari, immagini potenti esplorano l’inconscio e il mondo oltre la materia. Dipinti e istallazioni, giochi di luci ed ombre, attingono dalle idee nascoste, dando luce ad un simbolismo della memoria. “Luci Immaginarie”, rifiuto della rappresentazione razionale della realtà, lasciando spazio ad una emotiva. Apparati anatomici e parti del corpo diventano scatole simboliche, radiografie di ricordi, che incalzano e sollecitano l’immaginario collettivo, dando spazio ad individuali interpretazioni. Luminarie che accendono la memoria, quotidiana e personale, scardinando tabù e ragionamenti ovvii. Opere di forte appeal, che, nella potenza comunicativa dei simboli, ripongono la loro vera forza.

Valentina Formisano nasce in provincia di Napoli nel 1987. Si trasferisce nelle Marche all’età di 11 anni dove vive, studia e lavora fino al 2016. Durante gli anni degli studi espone in varie mostre e vince numerosi concorsi nazionali e internazionali di grafica e pittura. Nel 2011 Vince il Premio Nazionale delle Arti di Brera per la sezione di Grafica e l’anno successivo é borsista presso la Fundaciòn CIEC (La Coruña, Spagna). Nel 2013 vince la Biennale dei Giovani Artisti Marchigiani per la Grafica e il Premio speciale Arnoldo Ciarrocchi. Si laurea con lode e menzione per la pubblicazione della tesi in Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata nel 2013; svolge la sua attività di artista e di assistente di laboratorio presso l’Accademia di provenienza per gli anni seguenti al conseguimento del diploma. Nel 2017 si trasferisce a Firenze per frequentare la scuola di specializzazione di incisione Fondazione Il Bisonte grazie al conseguimento di una borsa di studio. Nel 2019 è borsista e tutor presso il master di Grafica d’Arte ArtLab e nel 2020 cultrice della materia in Grafica d’Arte e Litografia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma città in cui attualmente vive, disegna, studia e insegna nei principali licei artistici. È recentemente stata acquisita nella collezione di arte moderna e contemporanea della Biblioteca dei Musei Vaticani con l’incisione del 2011 Liberami da me. Descrive così i suoi lavori il curatore Roberto Bilotti d’Aragona: “Definisce la cifra stilistica che parte dal corpo umano per esplorare l’inconscio e il mondo oltre la materia. Pittura possente che supera la distinzione tra astratto e figurativo, tra espressionismo e informale mettendo a nudo l’immanenza espressiva del corpo che più che materiale è esistenziale.”

David Cesaria nasce a Mesagne (BR) nel 1976, vive e lavora a Manduria come pittore, scultore e architetto. Dopo la laurea in Architettura a Firenze e la specializzazione in Exhibit Design alla Domus Academy di Milano, ha arricchito la formazione in Museum Design con Oliviero Toscani presso il Museo MACRO di Roma. Molti i riconoscimenti nazionali, tra i quali “Pagine Bianche d’Autore” per la regione Puglia, a cura Luca Beatrice, e il progetto di riqualificazione urbana a Potenza con Gae Aulenti; primo premio “Monumento alle donne del Mare-San Benedetto del Tronto” e terzo premio al concorso “Light Tales” a Brindisi nel 2018; primo premio Libera l’arte 2023 sezione scultura. Numerose le esposizioni collettive cui ha preso parte in Italia e all’estero. Negli ultimi anni, la sua ricerca artistica si concentra soprattutto sulle Luminarie pop, progetto che unisce tradizione e tagliente ironia, e che ha portato le sue opere ad essere acquisite da molti collezionisti italiani e stranieri. Collabora come designer con il brand Seletti. Dice di lui il critico d’arte Carmelo Cipriani: “Muovendosi tra pittura, scultura e design Cesaria contamina i tre linguaggi intraprendendo la strada della transmedialità con un fare tipicamente pop, opposto a quello criptico e grave dei concettuali; un fare il suo prossimo più al faceto che al serio. Attraverso le opere propone uno spettro relazionale ampio, simbolicamente compreso tra il sorriso e il ghigno, lo scherzo e la provocazione, il familiare e il perturbante”.

Galleria Borghini Arte Contemporanea


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