Le ampie vicende estetiche di Anna Laura Longo
La scienza della colorimetria inevitabilmente tende ad affascinare coloro che in vario modo si avvicinano a ricerche artistiche basate sulla creazione di opere destinate a una fruizione di tipo visivo. Oltre alle celebri indagini portate avanti da Goethe potranno essere citati gli scritti filosofici di Ludwig Wittgenstein. Per portare a compimento il lavoro intitolato Cloroplasti, l’artista pluridisciplinare Anna Laura Longo si è recentemente basata su vari spunti teorici contenuti nelle Osservazioni sui colori del filosofo austriaco – scritte tra il 1950 e il 1951. Si tratta di una ricerca che contempla un’intrigante operazione di scavo nei meandri del verde.
Era stata precedentemente sviluppata una traiettoria sul bianco, sfociata nella costruzione di due opere significative intitolate rispettivamente Atterraggio lunare n. 1 (2019) e Vision Blanche (2020).
Oltre a muoversi tra brillantezza e opacità Anna Laura Longo disseziona il colore per coglierne il valore esplosivo e implosivo al contempo, restituendo una particolare dinamicità in entrambe le manifestazioni. Sono proprio i flussi oppositivi a venire alla ribalta per dare ragione della complessità del reale e diventare, quindi, un degno terreno di indagine. Tra i materiali impiegati dalla Longo c’è anzitutto il lurex, un filato con un aspetto metallico che comporta l’intreccio di varie fibre sintetiche più uno strato di alluminio vaporizzato a cui si aggiungono combinazioni di inserti in pelle, seta, gomme morbide o dure, infine ferro.
Sulle opere che si sviluppano nel medio e grande formato si stagliano spesso delle parole o più esattamente dei brevi frammenti poetici, contrapposti a sagome ottenute mediante la curvatura o la torsione di fili e cavi elettrici, che riproducono circuiti da cui riescono a fuoriuscire fantomatiche belve, posizionate in loco attraverso la tecnica del collage.
Una riflessione sulla possibilità di una via d’uscita e sul senso di allarme (o emergenza) si fa spesso strada, in modo più o meno implicito. E così in Cloroplasti ogni sezione contiene un filamento e una diramazione di libertà. A ben vedere la libertà umana si affianca a quella della sfera animale e, soprattutto della prima, vengono sottolineate le storture, le forme condizionanti, le vicissitudini e le evoluzioni desiderabili. Gli studi sull’animalità, inquadrati da un punto di vista estetico e con un alone fortemente poetico, vanno di pari passo con le indagini sulla vitalità e sui segreti mirabili della vegetazione. Verde acerbo e smisurato come un sussulto: su queste parole si sviluppa anche l’azione performativa omonima, che vede l’artista nonché performer coinvolta anche musicalmente. Nella fattispecie è previsto un contributo pianistico.
Cloroplasti è un lavoro che ha avuto modo di essere conosciuto in Canada nella Salle Gilles Moreau di Notre Dame de Portage e in Svizzera, nella Biblioteca Cantonale di Lugano.
Ora sarà il pubblico spagnolo a poterne beneficiare. Sino al 22 gennaio 2023 l’opera sarà infatti esposta nella Sala 1 del Centro Cultural di Móstoles (Madrid) durante la mostra collegata con il Premio libro de Artista (VII edizione). L’inaugurazione è avvenuta il 20 novembre 2022 in presenza di un pubblico affascinato e partecipe.