La Collezione Erotica III
L’ultima mostra della stagione (S)exhibitions 2023/2024 è dedicata ad una selezione di opere a tematica erotica, di nove artisti internazionali, come sempre provenienti dalla Collezione dell’Ospizio Giovani Artisti.
José Alameda Lugo (Puerto Rico, USA, 1990). Regista, ha intrapreso il suo percorso professionale immergendosi nel mondo dinamico e intrinsecamente teatrale dei drag artist e della fotografia di moda. Lo stile distintivo coltivato durante questo primo periodo ha lasciato un segno indelebile sia nelle sue produzioni commerciali che nei suoi progetti concettuali. Josh Anton è riconosciuto per la sua completa padronanza della fotografia, mostrando una gamma inclusiva di stili, che spazia dalla fotografia commerciale alla fotografia artistica e ai video. José Velez. Regista, ha conseguito un master in architettura con indirizzo secondario arte e tecnologia. Dal 2016 si specializza in fotografia e lighting design video sia per attività commerciali che artistiche. Le sue ricerche creative personali ruotano attorno a un approccio artistico e concettuale alla fotografia e ai video erotici, caratterizzato da spazi anonimi e vibranti sfumature di colore. Dal 2021, Nosveran Studio, sotto la sua direzione, è diventato anche un rifugio sicuro per i creativi LGBTQI+.
Katarzyna Bak (Włoszczowa, Polonia, 1974) ha studiato presso la Facoltà di Educazione Artistica di Czestochowa in Polonia, specializzandosi in litografia. Dopo la laurea si è trasferita in Italia, dove lavora come artista e art designer. Dal 1996 ha esposto le sue opere in varie mostre personali e collettive in Polonia, Belgio, Inghilterra, Ucraina, Germania e Italia. La questione identitaria, accompagnata da una costante riflessione sul rapporto tra la nostra anima, il nostro corpo e il mondo che ci circonda, appare centrale in diversi cicli di opere realizzate negli ultimi anni.
Patrizia Angiolina Belvedere (Reggio Calabria, 1963). Diplomata al liceo artistico, tecnicamente eclettica, appassionata disegnatrice, pittrice e artista digitale. “Nelle mie opere la luce è protagonista (spesso subdolamente). Il mio stile è spirituale (vudú, vodu, voudou, ecc). Sono individualista e credo nella libertà come fine ultimo ad una vera e sana identità” (P.A.B.).
Werther Germondari (Rimini, 1963) Artista visivo, performer e filmmaker. Attento a dinamiche innovative sperimentali neo-concettuali che si caratterizzano per un gusto ironico e surreale, svolge dai primi anni ottanta una ricerca attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato a esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali internazionali, alternando installazioni d’ambiente, videowork e atti performativi, focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti a una visione reale, sociale e politica. Nel 2013 ha ideato l’Ospizio Giovani Artisti.
Pedro Lavin (1989) è regista e artista visivo di Città del Messico che attualmente vive e lavora a New York. Il suo lavoro esplora la mitologia personale, i rituali e i pantheon personali, intrecciando realismo magico e fantasia onirica con la propria esperienza vissuta per creare storie. Questa ricerca estetica è radicata nei temi del sesso, del genere e del desiderio, il potere metamorfitico della natura e il legame primordiale tra sacro e profano.
Guby Moon (Almeria, Spagna, 1991) “È una notte d’estate e fa molto caldo. Mila è a letto e non riesce a dormire. Poi le sue mani scivolano lungo tutto il corpo mentre la sua mente fantastica di portarla in un viaggio cosmico verso le stelle e oltre. Questa è una storia poetica sulla fantasia di una calda notte d’estate”.
Rowan Romeiro (Imperatriz, Brasile, 1995) Il suo lavoro affonda le sue radici nella fotografia analogica, ma consiste anche nell’utilizzare materiali diversi insieme alle foto, come video, pittura, ricamo, collage e sostanze naturali. “In questo progetto ho lavorato insieme a Camila Albrecht. Nel mio processo di creazione ho cercato di parlare del corpo, della mutazione per natura e dell’irrequietezza di abitare la mente degli esseri umani. Camila ha lavorato sublimando l’ignoto attraverso simboli che rappresentano l’inconscio, e questo è potuto avvenire solo attraverso un grande esercizio di riflessione e rinuncia delle zone oscure di ogni immagine”.
Camila Albrecht (Campo Grande, Brasile, 1995), è un’artista visiva e fotografa con sede a Porto Alegre, Brasile. Con una laurea in cinema, ha lavorato sulla regia sperimentale ed esplorato le tecniche della fotografia analogica per comporre la sua produzione artistica. Ha lavorato a documentari, progetti di fotografia di paesaggi e ritratti. Nelle sue ricerche sviluppa narrazioni sullo stato onirico e su soggetti surreali, solitamente applicando alcune tecniche come la macrofotografia, doppie esposizioni complesse, scala rossa, zuppa di pellicola, pellicola scaduta e altre.