In principio era il volto
Giovedì 3 settembre 2015 alle ore 19.00 Mondriansuite Gallery inaugura la sua stagione espositiva con la personale di Tiziana Cera Rosco “In principio era il volto”. L’evento fa parte della rassegna “DUENDE//l’oscura energia dei corpi”, ideata e curata da Lori Adragna, che metterà in scena tra settembre e ottobre le opere e le azioni performative di: Tiziana Cera Rosco – Ginevra Napoleoni & Massimiliano Siccardi – Francesca Romana Pinzari. 4 artisti/performer accomunati dall’insopprimibile bisogno di spingersi oltre i confini di sé e di esprimere le proprie interiorità attraverso molteplici media: dalla poesia alla danza, dalla fotografia alla videoarte, dall’installazione alla pittura, utilizzando il corpo -vissuto come luogo di sperimentazione- per stabilire un ponte elettrico con lo spettatore. È in loro, quell’ineffabile oscura energia che si risveglia nell’inconscio nel momento creativo: il lorchiano duende*. Quel carisma che “ha bisogno dei cinque sensi e di abitare nel sangue – quel fluido inafferrabile, quintessenza dell’arte. Che scaturisce dalle profondità telluriche, attraversa il corpo e dal corpo promana – respingendo le geometrie apprese, rompendo gli stili*. Ecco allora che l’arte, oltre le qualità materiali, si fa emozione, visione condivisa presenza che impregna lo spazio, fa vibrare l’aria, fagocita I sensi determinando una sorta di rivelazione e di sovvertimento, uno stato di sospensione e di assoluto.
In questa mostra dal titolo “In principio era il volto”, rivisitazione dell’incipit del Vangelo di Giovanni: (in principio era il verbo e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio), per Tiziana Cera Rosco l’imprendibilità del volto sconvolge il corpo: l’artista lavora sempre e solo su autoscatti e impronte della sua figura. Le impronte sono realizzate ogni volta in originale, direttamente sul corpo così che non esiste una matrice meccanica, ma l’originale dell’impronta è sempre e solo il corpo vivo. Il lavoro comprende tutte le declinazioni in cui l’artista ha, consapevolmente o meno, affrontato il tema del volto e delle sue ripercussioni sul corpo: dalle fotografie in cui l’integrazione dei corpi non pare possibile, a quelle in cui interagisce con i manichini dai volti neutri nascondendo il suo, a quelle in cui il fiore è uno specchio chiaro di qualcosa di scuro, o ancora fotografie statuarie dove plastiche e corde intervengono come scudi sul viso in figure protettive, fino ai calchi di bende e gesso a volte scavati nel petto e divelti dal fuoco fino al viso, o ai lavori fatti con piccoli specchi e plastiche bombate in cui il volto, sfondato nel suo centro diventa auscultazione di tutti i riflessi possibili dell’immagine che non sa rifletterlo.
“Oscurato, riflesso, sfondato, raddoppiato, custodito o deformato dietro l’apparenza delle forme, sacrificato o salvato delle sintassi dell’immagine, il volto pare essere di noi la parte più vicina all’anima, perché dedito allo sguardo. Non potendo guardare se stesso se non riflesso, pare essere l’organo della visione centrale e se guardato direttamente, come con Dio, si viene accecati”.
(Tiziana Cera Rosco)
A completare il discorso interviene il lavoro con le performance. Da Patientia, che è un’intercessione in forma di performance e che viene eseguita solo nei boschi, è una preghiera metamorfica che sfigura il volto nel suo bisogno di contatto in luoghi naturali, passando per Abluzione, in cui il lavaggio del manichino con il latte è una deposizione del corpo del mondo, fino a Medulla, una performance in duo con Annalù Boeretto, in cui il volto è completamente preda della solitudine del suo nero, ma viene protetto dalla presenza dell’altro che ne assicura l’inviolabilità.
In questo percorso pare esserci il tema di un Narciso che non riesce a completare e rompere davvero la propria immagine perché non riesce ad incontrare mai davvero il suo volto.
Se prima erano i manichini il tema del corpo dell’altro, un corpo neutro, quasi mai affettivo se non nel compianto, la figura che viene presentata nei nuovi lavori di In Principio era Il volto è la propria immagine calcificata e leggera, come un’apparenza che dovrà essere lasciata indietro e con questa apparenza anche i vecchi modi del dolore, delle relazioni, delle ferite.
In occasione dell’opening alle ore 20.30 Tiziana Cera Rosco presenterà la live performance Butterfly.