Ho sempre cercato il paradiso ma ora punto sull’arte
Perfettamente in linea con la mission del Premio, si sono creati i presupposti per l’innesto di proficue relazioni collaborative, dove la delicata poeticità dei lavori di due giovani artisti ha incontrato la curiosità e la sensibilità di due giovani curatrici. La project room della galleria è diventata per Alessandro e Stefan un’opportunità di riflessione e di dialogo tra loro e lo spazio. Partendo dall’identificazione di quattro parole chiave, attentamente estrapolate dalle loro ricerche artistiche, identità – casa | luoghi – memoria, gli artisti ne hanno ribaltato il punto di vista, allontanandosi dall’immediata visione introspettiva di casa, intesa come luogo identitario e di memoria. Allargando il campo d’indagine, si sono così proiettati in un contesto nuovo e inesplorato, quello stereotipato e irrealistico legato al concetto universale di “luogo paradisiaco”.
Ho sempre cercato il paradiso ma ora punto sull’arte, dunque, è un’installazione immersiva ed esperienziale che permette di superare i limiti dello spazio e di intraprendere un viaggio temporaneo verso un’altra dimensione, quella del sogno e del mito contemporaneo, consentendo di raggiungere una dimensione paradisiaca ideale. Ho sempre cercato il paradiso ma ora punto sull’arte restituisce un’immagine paradisiaca imperfetta e volutamente artefatta, che infonde nel fruitore una strana sensazione di incertezza, disorientamento e confusione. Si crea così una riflessione sull’idea di paradiso, che – incarnando una dimensione eterea e innaturale – risulta troppo lontana dalla percezione umana per essere pienamente comprensibile. Gli artisti diventano, quindi, gli interpreti di una credenza mitologica universale, offrendo a tutti, anche solo temporaneamente, l’illusione di aver raggiunto il proprio paradiso.