Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Gianni Pennisi – Figurazione Astratta

Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
Cell: 348-8703060
Email: studio.c.immagine@gmail.com

MOSTRA PERSONALE DI GIANNI PENNISI

FIGURAZIONE ASTRATTA

25 FEBBRAIO – 16 MARZO 2023

Alla Galleria d’Arte contemporanea “STUDIO C” di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato, 25 febbraio, alle ore 18, la mostra personale di Gianni Pennisi dal titolo “Figurazione Astratta”.
Nato ad Asti, dove ancora oggi vive e lavora, Gianni Pennisi è ormai un nome affermato dell’attuale panorama artistico contemporaneo e il suo curriculum è ricco di partecipazioni a rassegne di livello nazionale e internazionale. Degno di nota e di particolare attenzione anche il suo percorso formativo iniziato parecchi anni fa prima all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e proseguito poi alla Scuola Internazionale di Arte e Grafica di Venezia venendo a contatto con un ambiente internazionale di grande stimolo e interesse. Ha inoltre frequentato gli studi di importanti artisti locali e personaggi di riconosciuta cultura artistica seguendo con grande attenzione i loro insegnamenti e i loro consigli. Dopo queste esperienze, rivolte per lo più allo studio del “vero” e della “figura”, il nostro artista ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche e in particolare dell’Astrattismo Geometrico dove si annulla ogni riferimento con il reale, dove tutto diventa forma e colore. Gradualmente Gianni Pennisi ha così abbandonato i canoni classici e la sua attenzione si è rivolta pienamente all’arte astratta, alla costruzione geometrica delle forme, alla luce e al colore intesi come protagonisti quasi assoluti delle sue costruzioni. Un ricerca lunga e costante, quella di Pennisi, portata avanti con metodo e rigore quasi scientifici, affrontando vari periodi e diversificate tematiche (la mente, il pensiero, lo spazio, l’ordine cosmico, ecc), seguendo sempre il filo diretto dei suoi pensieri, del suo linguaggio, del suo modo di intendere e concepire la comunicazione artistica. E ancora mi piace di questo artista, la sua straordinaria discrezione, quasi una forma di voluto e ricercato isolamento per essere completamente libero ed autonomo, per evitare condizionamenti di ogni tipo ed essere fino in fondo se stesso. Così il nostro artista, in tutti questi anni, non ci ha abituati ai facili clamori né alla facile ostentazione tanto diffusi nel mondo dell’arte di ieri e di oggi, ma ha preferito parlare di sé attraverso il proprio lavoro e i risultati raggiunti. Le sue opere attuali si presentano allora come un armonico insieme di forme e colori al cui interno scorrono segni, percorsi e traiettorie dove si uniscono cuore e ragione, riflessione e sentimento. In esse c’è sempre grande attenzione alla geometria, alla costruzione e al movimento astratto delle forme che si rincorrono sui supporti in un gioco straordinario e piacevole fatto di incastri e sovrapposizioni, di improvvise interruzioni e ripartenze. Guardando questi lavori il pensiero, quasi istintivamente, corre a Piet Mondrian e a Paul Klee, al Costruttivismo e al Neoplasticismo, ma Gianni Pennisi si affranca da tutto questo per il suo scatto inventivo, per la sua lucida e fervida creatività capace di rompere i freddi schemi della geometria e rendersi completamente autonomo, libero e personale. Allora i percorsi visivi che si rincorrono all’interno dei dipinti, passando e oltrepassando le forme colorate, diventano un gioco dell’occhio e della mente, un vero e proprio esercizio oculo-mentale e ogni osservatore ne può seguire le traccia fino alla loro meta finale.
Interessante e coinvolgente, poi, l’ultima produzione dell’artista che, con un ulteriore scatto di fantasia e creatività, si rivolge ora alla figura umana. Si tratta, in un certo senso, di un ritorno al passato, ai suoi inizi classici e figurativi, ma in questa fase la sua visione e la sua interpretazione anatomica è profondamente mutata. Non più descrizione né rappresentazione oggettiva del reale, ma solo forme anatomiche percorse dal segno e dal colore, da incastri e tassellature che, nel loro insieme, vengono a creare e determinare un Unicum visivo dove Astratto geometrico e figurativo sembrano convivere in modo assolutamente naturale ed armonico. Ecco allora che in queste opere la linea e la costruzione geometrica, seguendo le forme anatomiche delle figure rappresentate, danno luogo ad una interessante ed imprevedibile metamorfosi segnica che si trasforma in pura riflessione cromatica dove tutto è luce e colore, vibrazione e profondità. In questi casi anche la materia da lui utilizzata diventa morbida e pastosa e sugli sfondi si aprono improvvisi squarci di luce, fluttuanti e morbide pennellate, spontanee ed eleganti cascate cromatiche. A questo punto le sue costruzioni si vestono di leggerezza e delicate trasparenze, si fanno raffinate invenzioni della mente, richiamano assorte e magiche atmosfere.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 16 marzo.

ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura.

lucianocarini


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