GAETANO FIORE TRASPARENZE E TRASCENDENZE
Il PACTA dei Teatri Salone – Mostre AlCubo
Via Ulisse Dini 7, 20142 MILANO
presenta
GAETANO FIORE
TRASPARENZE E TRASCENDENZE
visioni, esperienze vissute
reinventate nell’atto
irripetibile ed entusiasmante del creare
dal 3 novembre al 4 Dicembre 2022
mostra organizzata da Fulvio Michelazzi
Installazione e video
Inaugurazione 3 novembre 2022 ore 19.00
Orario: dalle 10:30 alle 18:30
Ingresso libero
“Trasparenze e trascendenze s’intersecano e incrociano senza posa, ci interrogano in una vicenda alterna di presenza/assenza, pienezza/vacuità, fisicità/immaterialità, realtà/astrazione, spazio/tempo”.
Questo è il senso dell’opera, già presentata a settembre alla Marcantonio Bolzicco Arte & FAI ARTE Domenico Castaldi – Portogruaro – VENEZIA, per il germanista Andrea Petrai che è anche autore e voce narrante del testo lirico su accompagnamento musicale di Marco Fiore nel video di commento alla mostra.
Trascendenza non metafisica quella dell’installazione artistica di Gaetano Fiore, bensì immanente e totale, resa in maniera decisamente più nervosa, estemporanea; di impatto quasi drammatico e talora spettrale, essa rimanda a un’antica modernità che affiora dal sommerso alla superficie di tele di lino e juta non trattate. I riferimenti pittorici sono adesso Gaetano Previati e Graham Sutherland nella prospettiva di un nuovo spazialismo dinamico. Una fase questa per Fiore in cui la teatralità della rappresentazione ricorda il fotogramma cinematografico che, una volta isolato, si sgrana all’aria nello srotolarsi della pellicola.
Come scrive Patrizio Rigobon, “Gaetano Fiore, astronomo del cielo interiore”: pittura come modalità di osservazione, esattamente come lo scienziato che, per la prima volta, dispone di un potente microscopio e vede l’invisibile, l’inafferrabile, l’inimmaginabile. E l’artista ci presenta i risultati delle sue investigazioni in cui, proprio perché invisibile, inafferrabile, inimmaginabile, lo spirituale si fa figura in Croce, albero della vita: luce, colore, liquida fuga, dissolvenza, ombra, in una progressione che abbandona presto la narrazione esplicita e diventa segno grafico, allusione infinita, riducendosi, come scrive David Jou, a “pigmenti / fotoni”.
Difficile non farsi irretire dalla malia di questo linguaggio, non rimanerne impigliati, anche volendolo osservare dall’esterno. Una risacca notturna che ti ghermisce dolcemente fino a trascinarti in alto mare, là dove è ancora più piacevole osservare le stelle.
Per citare Gaetano Fiore in persona, le sue opere sono “composizioni che hanno una loro particolare centralità. Le sfumature, le tracimature e le sbavature del colore hanno lo scopo di integrare e dissolvere le forme. L’amalgama generale, ottenuto dal controllo del colore, restituisce, in alcuni punti delle opere, in varchi appena percettibili, la luce; le trasparenze lasciano allora intravedere l’oltre e il colore diventa pericolosamente vibrante”.
“Trasparenze e trascendenze”, ambientazione doppiamente scenica, opere che diventano quinte teatrali e che, accavallandosi l’un l’altra, generano visioni per poi progressivamente sfumare in un’ignota dimensione, oltre la contingenza, sulla soglia di un sacrario in attesa di una rivelazione che forse potrebbe arrivare…
Andrea Petrai