Francesco Patané, Michele Santini: Icaro. Molteplice dualism
Due artisti emergenti, due tecniche, un tema, una galleria che diventa opera d’arte essa stessa.
Il progetto RAW 2023 nasce da una sfida generazionale: la curatrice Penelope Filacchione ha chiesto a Francesco Patané e Michele Santini (aka Er Prosit) di cimentarsi con il tema di Icaro. Il mito narra infatti di un padre e di un figlio, del consiglio alla prudenza del più anziano e del desiderio di libertà del più giovane.
Ma il mito parla anche di arte: Dedalo – Δαίδαλος / δαίδαλος lavorato ad arte – è il padre delle competenze artistiche dell’umanità; Icaro – εἰκών – significa immagine ed è, o dovrebbe essere, l’immagine di suo padre.
Icaro è in realtà molto di più: è l’artista che si svincola dai limiti imposti dai più adulti, è l’impulso creativo che trasforma l’Uomo in Demiurgo.
Gli antichi leggevano il mito di Dedalo e Icaro dando un posto preciso all’arte visiva all’interno della loro società, un posto predefinito e non sempre positivo che è molto ben spiegato nel mito della caverna di Platone. Uno strumento che, se non guidato dalla società, avrebbe potuto trasformarsi in inganno, oscurità, presunzione e morte dell’anima.
In una progettazione durata quasi un anno, Francesco Patané e Michele Santini hanno riflettuto a lungo sul tema e, come si addice ai più giovani, hanno preso una strada diversa da quella segnata, individuando quattro caratteristiche che a loro avviso definiscono l’artista perso nel labirinto della sua psiche tra narcisismo, creatività, superbia e desiderio di esplorazione. Il risultato è stato diversissimo da quanto immaginato dalla curatrice, la morte non ha trovato più posto nel mito e tutta la mostra è una narrazione della riflessione dell’artista su sé stesso e sul suo rapporto verso l’esterno.
Una mostra site-specific, che occupa tutto lo spazio disponibile e calpestabile della galleria, in un lavoro congiunto a quattro mani che si estrinseca in opere pittoriche a parete, sul pavimento e in sospensione aerea a rappresentare il cielo e il sole, e in sculture che mescolano anche i materiali utilizzati dai due artisti e che caratterizzano il loro “segno artistico” distintivo: l’asfalto su iuta di Patanè e la resina e silicone di Santini
In questa narrazione, il desiderio del sole verso il quale volare non è più un peccato esecrabile: è il naturale istinto che porta gli esseri umani ad alzarsi dal labirinto per raggiungere prima di tutto sé stessi, trovando un centro alla propria molteplicità.
L’intero spazio di ArtSharing Roma, animato da dipinti, sculture e installazioni, diventa così il luogo della rilettura del mito secondo la logica di chi ha ancora la voglia di sognare e la forza di volare.
All’interno della mostra, per la prima volta in Rome Art Week, un evento specifico per i più piccoli: “Progetto Icaro. Laboratorio per bambini che impareranno a volare”. Se nel mito classico Icaro perisce per disubbidienza e superbia, nella lettura moderna Icaro diventa il simbolo dei figli che hanno diritto di sperimentare: così lo lesse anche Matisse in una delle sue ultime opere a collage, dove le braccia di Icaro sono ormai le sue ali e il centro del suo corpo in controluce è il punto rosso del cuore. Una visione commovente per un artista ormai alla fine della carriera, impossibilitato nella salute, ma sempre bambino e sempre desideroso di volare.
La mostra ha un allestimento immersivo distribuito su due livelli praticabili, dal pavimento al soffitto della galleria. Un labirinto interattivo, le rappresentazioni dei sentimenti ambivalenti che guidano Icaro-Artista, il Sole che lo attrae, il cielo come spazio libero.
La narrazione del mito incanta i bambini, che dimostrano sempre una grande disponibilità verso l’arte contemporanea: così, data la struttura della mostra, è nata l’idea di creare un laboratorio per bambini all’interno della stessa, un piccolo esperimento giocoso. Il laboratorio sarà tenuto dalla curatrice stessa, Penelope Filacchione, che ha una grande esperienza di didattica dell’arte per l’infanzia fin dall’inizio della sua carriera. Gli artisti si mettono in gioco prestandosi a raccontare ai bambini sé stessi e il proprio lavoro, per creare un’occasione diversa di fruizione dedicata al pubblico di domani.
FRANCESCO PATANE’ BIO
Francesco Patanè, romano, classe 1986, si forma al “Corso di paesaggistica” presso la Facoltà di Architettura L. Quaroni de La Sapienza, ma ben presto sviluppa uno stile originale che lo porta, piuttosto che a progettare, a dipingere, discostandosi nettamente dalle tecniche pittoriche consuete.
La ricerca della perfezione nell’imperfezione, il contrasto di corpi e figure appena abbozzate che sembrano emergere dalla juta, la forza materica dell’asfalto, l’uso di materiali inconsueti e non convenzionali, un accenno di astrattismo con riferimenti neoespressionismo di Jean Michel Basquiat, queste sono le caratteristiche pittoriche di Francesco Patanè. Secondo Patanè l’arte deve riprodurre, evocare ed emozionare l’osservatore ma, cosa più importante, è nell’artista che l’opera d’arte deve riuscire a trasmettere quell’emozione.
Ha un curriculum già denso di mostre e premi, tra i quali evidenziamo Grafica Campioli Roma 2015, Scuderie Estensi Tivoli 2017, Palazzo Ferrajoli Roma 2018, Ferrara Buskers Festival 2019, Unahotel Expo Fiera Milano 2019, Parigi Carrousel du Louvre 2019, WhiteSpaceChelsea New York city 2021, Arte Padova 2021, Museo storico dell’arte sanitaria Roma 2021, Museo Delle Civiltà MuCiv Eur Roma 2022, Personale Spazio SinergieSolidali 2022, Galleria Patrizia Anastasi Roma 2022.
Tra le pubblicazioni più importanti, può vantare articoli in Italia, Inghilterra, Russia, USA e Francia.
MICHELE SANTINI BIO
Michele Santini (aka ErProsit) è nato a Roma nel 1993, dove risiede tutt’ora.
Specializzato come truccatore cinematografico con indirizzo effetti speciali, dal 2016 si è avvicinato al mondo della street art, presentando l’installazione esterna Quarta parete di un calco anatomico al Festival Gianmaria Volontè. Deciso a seguire questa strada, si forma attraverso l’apprendistato in diversi laboratori romani fino al 2020, quando ha iniziato a produrre installazioni proponendo, realizzando ed esponendo installazioni artistiche scultoree per l’Italia, nonché assistendo numerosi artisti nella manipolazione ed utilizzo della resina, materiale in cui è ormai massimo esperto.
A partire dal 2021 ha partecipato alle sue prime mostre collettive in luoghi pubblici come il Museo dell’Arte Sanitaria, il Museo Preistorico Etnografico Pigorini, Palazzo Fani a Tuscania, Orto Botanico Corsini di Porto Ercole. Nel 2022 la sua prima personale “Locus Amoenus” presso Z.A. Urban Studio, Via degli Equi 44.