Forme e Cromie – Cinque artisti di prestigio in mostra
Alla galleria d’Arte Contemporanea STUDIO C di via Giovanni Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la prima Rassegna del nuovo anno dal titolo “Forme e Cromie, cinque artisti di prestigio in mostra”.
Un titolo ampio, che ci consente di spaziare all’interno di varie espressioni e di vari momenti creativi. Tutta la Storia dell’Arte, infatti, non è altro che un viaggio straordinario e avvincente dentro i due elementi fondamentali che, da sempre, stanno alla base della pittura: la forma e il colore.
Si tratta pertanto di una rassegna che spazia dal “Figurativo interpretato” all’espressione Informale mettendo però in evidenza, di ogni artista, i percorsi, le ricerche, le evoluzioni e i risultati conseguiti nel corso degli anni.
Una mostra, dunque, che si preannuncia particolarmente variegata e interessante perché propone ai visitatori, come ormai è tradizione della galleria, un itinerario storico-cronologico all’interno della Storia, dagli anni cinquanta fino ai nostri giorni, ricorrendo a nomi già noti e apprezzati dal pubblico piacentino per le loro precedenti apparizioni in svariate manifestazioni d’arte e ad alcune new entry di particolare interesse.
Questi i nomi degli artisti invitati e le città di provenienza: Franco Cappelli (Pistoia),
Franco De Bernardi (Lodi), Isabella D’Ortona (Piacenza), Antea Pirondini (Reggio Emilia), Alice Voglino (Verona)
Franco Cappelli (Pistoia): giunge a Piacenza dopo le grandi mostre tenute al “Museo Marino Marini” di Pistoia e al “Museo Diocesano” di Gubbio. Artista di lunga esperienza e con un percorso iniziale dedicato al “figurativo” ha poi sentito il fascino delle Avanguardie Storiche e dell’Astrattismo Geometrico in particolare. Così la sua espressione si è profondamente modificata, si è fatta sintetica ed analitica concentrandosi, in modo specifico, sulla forma e sul colore. Sono nate in questo modo le sue opere costruttivistiche, le sue “città luminose” fatte di ritmo, luce e profondità: sono visioni essenziali che nulla concedono al facile descrittivismo né alla retinica visione del reale, ma dove tutto è proiezione, spazio, forma e colore assoluti.
In questo ultimo periodo l’artista ha ulteriormente approfondito la sua espressione iniziando una ricerca spaziale dal suggestivo titolo “Navigazione Celeste”. Franco Cappelli inizia dunque un nuovo viaggio, questa volta verso le profondità siderali, verso mondi sconfinati e infiniti dove tutto è forza, potenza e mistero.
Franco De Bernardi (Lodi): artista difficile e di “nicchia” Franco De Bernardi, perchè completamente autonomo, libero, non succube ad alcuna legge di mercato.
Tutta la sua vita e dunque anche la sua produzione è contrassegnata da una coerenza unica e straordinaria fatta di lavoro, ricerca e pensiero. A suo modo l’artista lodigiano potrebbe essere definito “Artista della Luce” perchè tutto, in Franco De Bernardi, conduce alla luce, alla scomposizione e ricomposizione della luce, alla rifrazione. I suoi dipinti, siano essi su vetro (come quelli presentati in quest’occasione), carta o tavola danno il senso straordinario della radiografia, della visione stratografica o della sequenza filmica proprio e in virtù di quella fuggevole e inafferrabile trasparenza che egli riesce come per magia, una magia fatta però di duro lavoro e ricerca, ad ottenere e trasmettere. Osservando le sue opere si resta colpiti dai graduati passaggi tonali, dalle infinite variazioni del chiaro-scuro, dai passaggi impercettibili di colore-non colore appositamente studiati per assorbire o riflettere la luce. Con la sua espressione, dove non manca certo un forte simbolismo, Franco De Bernardi offre inoltre agli osservatori una nuova ed originale visione dell’uomo e della natura.
Isabella d’Ortona (Piacenza): Nata a Cremona, attiva per lunghi anni a Roma e attualmente residente a Piacenza, Isabella D’Ortona è un’artista dal lungo curriculum e dall’intensa attività, con mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e di molte capitali d’Europa. Senza dubbio, la nostra artista ha sentito il fascino dell’Espressionismo tedesco, di nomi come Schiele, Munch, Ensor, Nolde, ma anche del nostro Realismo Esistenziale e di artisti come Ferroni, Banchieri, Romagnoni, Cappelli, Zigaina: nomi di “nicchia” e forse riservati solo a pochi ed eletti collezionisti, ma importanti per il rigore morale e intellettuale, per la loro filosofia di vita tutta incentrata sull’uomo, il senso dell’esistere, sul destino finale del tutto. Pittura di forte impatto scenografico ed emotivo, quella di Isabella D’Ortona, di chiara ed evidente denuncia esistenziale che molto spesso diventa grido di dolore e di sbigottito silenzio. In effetti, la nostra artista sente come pochi il tema della sofferenza e della solitudine, dell’incomprensione e dell’indifferenza e tutto si riversa sul corpo, grande e sconfinato contenitore di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, ansie e delusioni.
Antea Pirondini (Reggio Emilia): artista di lunga esperienza, con alle spalle un curriculum intensissimo fatto di mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia, Antea Pirondini si caratterizza per un’espressione forte e potente, introspettiva e psicologica, tutta proiettata sull’ascolto delle proprie emozioni e delle proprie sensazioni. Pittura colta, quella dell’artista emiliana, che sovente trae input e ispirazione da altissimi riferimenti letterari. E in questa rassegna la nostra artista presenta proprio quattro opere riferite alla “Divina Commedia” di Dante Alighieri, da lei illustrata con successo e maestria e più volte presentata in manifestazioni di altissimo livello. In questo caso le opere esposte sono riferite all’”Inferno” Dantesco, al dramma dei perduti, all’infinito dolore dei derelitti. Colpiscono la materia densa e corposa, il gesto libero e sicuro, la forza esplosiva del colore. Un turbinio di masse e volumi che si rincorrono e si alternano in una scenografica rappresentazione della “città dolente” rendendola vera e concreta, tangibile e presente. Pittura che dilata le forme e muove gli spazi dove una luce intensissima e avvolgente crea atmosfere magiche e surreali, dominate dal mistero e dall’imprevedibile incombenza.
Alice Voglino (Verona): nata in Ungheria, si trasferisce piccolissima in Italia. Qui trova un contesto famigliare attento e sensibile alle sue potenzialità e viene sostenuta nel seguire le sue aspirazioni. Si diploma al Liceo Artistico di Verona e quindi si iscrive all’Accademia di Belle Arti della stessa città.
Nonostante la giovane età, Alice Voglino vanta già un nutrito e interessante curriculum espositivo e la sua espressione libera, fresca ed immediata ha attirato l’attenzione della critica più attenta e qualificata, di appassionati e collezionisti. A ragione possiamo affermare che tutto il mondo pittorico della nostra artista ruota attorno alla forma e al colore e il colore, soprattutto, è per Alice un efficace strumento di comunicazione, un linguaggio straordinario e universale per esternare voci, emozioni e sentimenti. Nella sua attuale espressione troviamo espliciti riferimenti all’Astrattismo Lirico, all’Informale e all’Arte Povera, ma la Voglino si affranca da ogni condizionamento grazie al suo innato ed istintivo senso cromatico, alla sua libera ed ingenua creatività, al suo prorompente desiderio di trovarsi e ritrovarsi nella pittura, magica strada capace di dare forza ed armonia. Nel 2014 la Fondazione Masi ha selezionato una sua opera per essere poi tradotta in tessuto dalla rinomata “Fabbrica Lenta” dei Fratelli Bonotto, la stessa azienda che in passato fu sostenitrice e sponsor del noto Movimento Artistico “Fluxus”. Dall’opera d’arte all’abito, e così è nata “Alice Voglino artwear” o “Arte da Indossare” per consentire a chiunque di entrare all’interno delle sue opere, per comunicare anche a loro le stesse sensazioni, le stesse emozioni provate dall’artista.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 26 gennaio.
Orari: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura