Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Elena Bellantoni. Se ci fosse luce sarebbe bellissimo

S’intitola “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo” la mostra personale di Elena Bellantoni, che sarà inaugurata sabato 25 febbraio, alle ore 18.00, presso la Fondazione Dino Zoli di Forlì. Curata da Nadia Stefanel, l’esposizione restituisce il percorso di ricerca condotto dall’artista all’interno dell’azienda Dino Zoli Textile, con la partecipazione attiva dei dipendenti, la frequentazione dei luoghi, la valorizzazione dei materiali e delle risorse aziendali.
Le esperienze maturate da Elena Bellantoni nell’ambito della residenza d’artista, tenutasi a più riprese nel corso del 2022, sono confluite nella mostra forlivese che, se da un lato evidenzia il coinvolgimento dei lavoratori e l’emersione del concetto di habitus, ovvero l’insieme dei comportamenti spontanei che concorrono a definire l’individualità dell’uomo, dall’altro presenta in anteprima nazionale il nuovo video di Bellantoni, “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo”, prodotto da Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli. Un lavoro che, unitamente all’installazione, alle lightbox e ai disegni che compongono l’esposizione, si caratterizza per la presenza di un segno poetico che diventa profondamente politico.
Temi centrali del progetto sono il corpo, “abitato” in relazione agli altri e agli spazi deputati al lavoro, e la luce, intesa come elemento di apertura e speranza, di gioia e di abbracci, dopo anni di buio e solitudine. E la luce apre e chiude idealmente il percorso di mostra con due scritte al neon, testimonianza di un fare artistico partecipativo-relazionale. Prima il blu di “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo”, frase ripresa dall’ultima lettera scritta dall’onorevole Aldo Moro alla moglie, pochi giorni prima della sua morte, avvenuta nel 1978. Poi il rosso di “C’era una voglia di ballare che faceva luce…”, una frase di Francesco Guccini che sintetizza le aspettative del secondo dopoguerra e la speranza in un futuro migliore.
La stanza principale della Fondazione Dino Zoli è occupata dall’installazione di quattordici abiti-scultura, pensati e realizzati con i tessuti di Dino Zoli Textile. Declinati nel lino rosa per alludere al corpo e nel velluto grigio-azzurro per richiamare le tute da lavoro, gli abiti presentano una forma a trapezio che accoglie sia il corpo maschile sia il corpo femminile, dando alla figura un aspetto onirico.
Risultato finale della residenza e fulcro della mostra è il video “Se ci fosse luce sarebbe bellissimo”, realizzato nel gennaio 2023. I gesti del lavoro quotidiano si uniscono ad azioni performative collettive, per tessere nuove relazioni e creare un nuovo habitus. «Un corpo nuovo – scrive la curatrice Nadia Stefanel – pieno di risorse per la fantasia, per le proiezioni e le “irrealizzazioni” immaginarie, come avrebbe detto Sartre. Rappresentato nella sua essenza da quell’abbraccio collettivo dei quattordici dipendenti vestiti con gli abiti-scultura che costituisce l’ultimo frame del video».
Il percorso espositivo si completa con sei disegni a china su carta da spolvero con interventi a collage, realizzati dall’artista per fissare alcuni gesti propedeutici alla partitura performativa del video, e quattro lightbox che mettono in evidenza i passaggi fondamentali del video, in cui l’artista si relaziona con lo spazio aziendale di Dino Zoli Textile.
«Sul luogo di lavoro – dichiara Monica Zoli, socia di Dino Zoli Group – si trascorre una parte importante della propria giornata e della propria vita. L’incontro con l’arte favorisce la creatività e il benessere personale, contribuendo al miglioramento della qualità del tempo trascorso lavorando. In particolare, questo progetto ha toccato un punto nevralgico, quello delle relazioni interpersonali, portandole ad un livello emotivo intimo, nel rispetto del proprio spazio. È stata sicuramente un’esperienza impegnativa e coinvolgente, diversa ancora dalle precedenti. Mi sento di consigliare anche ai colleghi il “contagio” con l’Arte: un risultato certo è l’apertura di visione, a beneficio di tutti».
Elena Bellantoni ha vinto il “Premio Speciale Fondazione Dino Zoli e Dino Zoli Textile” in occasione dell’edizione 2020 di Arteam Cup, il concorso artistico nazionale promosso dall’Associazione Culturale Arteam di Albissola Marina (SV), di cui Dino Zoli Group è partner consolidato. Negli spazi della Fondazione Dino Zoli sono state, infatti, ospitate due mostre dei finalisti e le personali di Elena Hamerski e Loredana Galante, esito delle residenze d’artista presso Dino Zoli Textile. E nel 2023 sarà la volta del duo Gaggia-Dubbini, vincitore assoluto di Arteam Cup 2022.
La mostra di Elena Bellantoni è promossa da Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Forlì, la collaborazione dell’Associazione Culturale Arteam e dell’Istituto Tecnico Alberti Saffi ITAS di Forlì e la sponsorizzazione tecnica di DZ Engineering.
La personale, inserita nel programma “Who’s next”, è visitabile fino al 4 giugno 2023. La Fondazione Dino Zoli è aperta al pubblico da martedì a venerdì con orario 9.30-12.30, sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.

Elena Bellantoni è nata a Vibo Valentia nel 1975; vive e lavora a Roma. Si laurea in Storia dell’Arte Contemporanea, studia a Parigi e Londra, nel 2007 ottiene un MA in Visual Art al WCA University of Arts London. La sua ricerca artistica riflette sui concetti d’identità e alterità attraverso dinamiche relazionali che utilizzano il linguaggio e il corpo come strumenti di interazione, spaziando tra il video, la fotografia, la performance, il disegno e le installazioni. Il suo processo artistico si nutre inoltre del dialogo tra discipline umanistiche quali la storia come dispositivo di memoria e narrazioni, l’antropologia come luogo dell’incontro, la psicoanalisi come giardino in cui germoglia la parola. L’elemento sociale e politico è il collante che contraddistingue la ricerca, la quale, tuttavia, conserva un forte sguardo poetico. Tra le residenze: Beo_Project, Belgrado, 2019; “The Subtle Urgencies”, Fondazione Pistoletto – ArtHouse, Biella-Scutari, 2017; “Soma Mexico Residency”, Mexico City, 2016; “As long as I’m walking”, residenza con Francis Alÿs e Cuauthémoc Medina, Beiruth, 2009. Nel 2018 con il progetto “On the Breadline” è tra gli artisti vincitori della IV edizione dell’Italian Council presentato con un Focus al MAXXI di Roma nel 2019. Il progetto “Ho annegato il Mare” è selezionato nella sezione Collateral Events di Manifesta12. Vincitrice assoluta di Arteam Cup 2020 (oltre che del Premio Speciale Fondazione Dino Zoli e Dino Zoli Textile), Elena Bellantoni ha allestito nel 2022 la mostra personale “Imperfetto mare”, a cura di Leonardo Regano, a CUBO Condividere Cultura, il museo d’impresa del Gruppo Unipol a Bologna. Collezioni pubbliche e private: Collezione del Ministero Affari Esteri La Farnesina, Fondazione Pietro ed Alberto Rossini; i suoi video sono presenti nell’Archivio Careof DOCVA e nell’Italian Area Contemporary Archive di Viafarini a Milano.

Dino Zoli Textile nasce nel 1972 da un’intuizione di Dino Zoli che porta a Forlì una produzione che non aveva precedenti sul territorio. Attenzione all’ambiente, intuito, visione strategica e predisposizione per l’innovazione tecnologica hanno portato l’azienda a prosperare sia sul mercato italiano che su quello internazionale: oggi esporta in oltre 60 paesi nel mondo ed è riconosciuta come un partner affidabile, innovativo, che ha fatto della qualità Made in Italy, del servizio puntuale, della ricercatezza dei materiali e delle lavorazioni, il proprio elemento distintivo. L’azienda produce e commercializza tessuti per arredamento: uniti, jacquard, stampati, outdoor, racchiusi nella COLLEZIONE OPERA®, microfibre e tessuti tecnici in ampie gamme colori, stoccate nei magazzini dell’azienda a Forlì e disponibili per la pronta consegna. Da alcuni anni la ricerca ha dato vita a collezioni ecosostenibili con materiali riciclati: RESPECT COLLECTION. La produzione è principalmente in Italia con l’utilizzo di un reparto produttivo con orditoi e telai jacquard, oltre a macchinari per stampa, finissaggi e nobilitazioni varie. Da decenni personale Dino Zoli lavora nella branch cinese per il controllo dell’avanzamento della produzione e qualitativo: producendo anche all’estero articoli creati dall’Ufficio Stile interno si ottengono tessuti più adatti all’applicazione industriale, nel rispetto della specificità ed esclusività Dino Zoli. Una parte della produzione è destinata a specifica clientela che richiede il custom made con particolari caratteristiche tecnico-creative. Oltre al settore del mobile imbottito e dell’arredamento, la produzione viene proposta e venduta anche in altri numerosi settori tra i quali, a titolo esemplificativo, Motorhome, Abbigliamento e Accessori. Poco meno di trent’anni anni fa è stata fondata la partecipata Dino Zoli Brasil che si occupa di commercializzare in Brasile e nel mercato sudamericano i tessuti per l’arredamento sviluppati in Italia. La fitta rete commerciale della società è presente in maniera capillare in tutti gli stati brasiliani e la sede operativa è situata in Indaiatuba nello stato di San Paolo. Nel 2022 si è celebrato il 50° Anniversario dell’attività imprenditoriale di Dino Zoli, fondatore di un Gruppo solido, conosciuto e apprezzato a livello internazionale.

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