DRAMATIS PERSONAE 2. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea
Si inaugura venerdì 1 novembre 2013, alle ore 16.00, a Ferrara, a Palazzo della Racchetta, via Vaspergolo, 6, la seconda parte del progetto “DRAMATIS PERSONAE. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea”, a cura di Virgilio Patarini, catalogo Ed. Giorgio Mondadori.
La mostra proseguirà fino al 13 novembre, tutti i giorni dalle 15 alle 19. Ingresso libero.
In mostra quadri, fotografie e sculture di Annamaria Artegiani, Gianmaria Battiato, Aftab Ahmed Butt, Fiorenzo Bordin, Tiziano Calcari, Vito Carta, Natalia Carrus, Angelo Conte, Daniela Da Riva, Daniela Doni, Angela Keller, Marilena Rango, Mattia Mascagni, Andrea Massara, Roberta Moresco, Nino Ninotti, Angelo Petrucci, Simona Ragazzi
Dramatis Personae 2
Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea
Innanzitutto è la presenza della figura umana che caratterizza tutte le opere di questo progetto, poiché c’è sempre una presenza antropomorfa (o più di una) che abita lo spazio o la superficie. Tuttavia ad una più accorta disanima si potrà ben notare come ci sia dell’altro: ciascuna di queste umane presenze evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non è solo figura, dunque, ma anche e soprattutto personaggio. “Dramatis personae” in latino significa, infatti, semplicemente, “personaggi”.
I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela o plasmato nello spazio è solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di precipitato, i momenti passati. “Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non “cogli”, ma “afferra”, “ghermisci”, per fare una traduzione più puntuale.
Poi certo le modalità con cui i vari artisti selezionati “strappano l’attimo” sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune è la capacità (e la volontà, più o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera. E fare di un quadro o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo.
Ci sono poi punti di contatto per così dire trasversali che consentono di accostare tra loro alcuni dei pittori e degli scultori qui radunati e di raggrupparli per affinità stilistiche e compositive.
Dal che si evince, in conclusione, che la parata di personaggi che attraversa questa mostra e l’omonima pubblicazione è decisamente variegata: personaggi drammatici accanto ad altri comici o grotteschi, evanescenti figure poetiche accanto a solide presenze carnali, in una ridda di stili teatrali mischiati tra loro che forse assomiglia alla tragicomica varietà di questi nostri tempi confusi. Tempi in cui facilmente la tragedia si risolve in farsa. E viceversa.
Virgilio Patarini