Dieci Protagonisti del Contemporaneo in mostra- dalla forma
Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
Via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
Cell: 348-8703060
E mail: studio.c.immagine@gmail.com
RASSEGNA NAZIONALE D’ARTE
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PROTAGONISTI DEL CONTEMPORANEO IN MOSTRA
DALLA FORMA AI NUOVI LINGUAGGI ( 2a EDIZIONE)
Alla Galleria d’arte Contemporanea STUDIO C di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato 25 novembre, alle ore 18, la seconda edizione della Rassegna Nazionale d’Arte “Dieci Protagonisti del Contemporaneo in mostra- dalla forma ai nuovi linguaggi ” Scopo dell’iniziativa è quello di indicare al pubblico e a tutti i visitatori, ma soprattutto ai Direttori e Responsabili di Pinacoteche, Musei, Gallerie Civiche e Pubbliche Collezioni, un ristretto numero di artisti che, per la qualità della loro espressione e per il curriculum artistico fin qui manifestato, sono ormai meritevoli di essere annoverati tra i Grandi Maestri dell’Arte Contemporanea e degni pertanto di essere inseriti, con le loro opere, negli spazi ufficiali della Cultura Artistica.
Questi i nomi degli artisti selezionati e le provincie di provenienza: Gino Baglieri (RG), Cinzia Bulone (AG), Letizia Cella (PC), Luigina Fernanda Paola Cerrina (GE), Elia Inderle (VI), Peter Nussbaum (AL), Sabina Romanin (PN), Giuliana Susterini (TS), Lucia Tedesco (IM), Raffaella Torrisi (PA).
Gino Baglieri (RG): Nato a Lentini, ma residente a Vittoria (RG), Gino Baglieri è ormai un nome di primo piano dell’arte contemporanea e come tale vanta dunque un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre, personali e collettive, tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e di molte capitali Europee. Espressione intensa e sentita, quella del nostro artista, sostenuta sempre da grande rigore e grande coerenza, che trova linfa e nutrimento nelle pieghe complesse della nostra contemporaneità ma che si sviluppa e realizza attraverso la conoscenza e l’approfondimento di quei movimenti che, tra l’inizio del secolo e la seconda guerra mondiale, hanno profondamente modificato tutto il percorso dell’arte e il nostro pensiero corre immediatamente agli artisti di “Corrente”, al “Realismo sociale” di Renato Guttuso e infine all’”Esistenzialismo”. Pittura forte e potente, fatta di cuore, sentimento e ragione e capace di entrare, con grande spontaneità ed immediatezza nelle pieghe profonde delle problematiche umane ed esistenziali dei nostri giorni.
Nelle sue opere c’è sempre una messa in posa immaginifica di pensieri, memorie e riflessioni che, partendo dal “sé” e dalla propria realtà, si dipana poi, gradualmente, alla metafora e alla simbologia facendosi patrimonio generale di tutti coloro che entrano in contatto con la sua arte. Ma Gino Baglieri è anche un grande cultore della bellezza femminile come ben evidenziato dalle opere presentate in questa rassegna. I suoi corpi femminili si stagliano netti su fondi evanescenti e appena accennati, sono morbidi e sensuali, portano dentro tutta la plasticità e il peso della scultura facendosi reali e concreti. Pittura intensa, dicevo appena sopra, e percorsa sempre da grande poesia, emozione e sentimento a cui si unisce, molto spesso, anche una sottile e delicata ironia.
Cinzia Bulone (AG): Nata ad Agrigento, dove anche oggi vive e lavora, Cinzia Bulone è ormai un nome importante del panorama artistico nazionale e vanta dunque un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia, nelle principali capitali d’Europa e poi a Miami e Cuba. Un’espressione forte e sentita, questa, che si allontana dalla semplice e pura descrizione, pur vissuta e partecipata, per aggiungervi carica vitale, energia, forza prorompente. Prende vita in questo modo una pittura tutta d’emozione, dove i colori perdono contatto con il mondo reale per diventare sentimento, stato d’animo, condizione psicologica. Ne sono chiara ed evidente dimostrazione le sue pennellate intense e precise, i suoi segni ripetuti e calibrati, il suo gesto, morbido e deciso allo stesso tempo. Tutto, nei quadri di Cinzia Bulone, è segno e colore, tutto è gesto e luce e tutto viene modificato e descritto a seconda dell’estro e dello stato d’animo dell’artista. Espressione senza cedimenti, dove gesto, segno e colore hanno lo stesso ruolo e la stessa funzione raggiungendo un perfetto equilibrio ed una magica fusione, creando straordinari effetti di vita e movimento, trasportando l’osservatore in rarefatte atmosfere di eterea e delicata sospensione. Perché i suoi dipinti, percorsi da crettature, solchi e ferite, altro non vogliono essere che la proiezione dell’animo umano, delle ansie e delle paure che affliggono l’uomo contemporaneo, delle insicurezze individuali e collettive che sono alla base dei grandi disagi esistenziali dei nostri giorni.
Letizia Cella (PC): nata a Piacenza, dove anche oggi vive e lavora, Letizia Cella è senza dubbio una figura artistica di grande interesse, vuoi per la sua straordinaria carica emotiva vuoi per la sua fervida vena fantastica e creativa che, con grande naturalezza e spontaneità, la porta verso un eclettismo piacevole e diversificato. Articolato e coinvolgente anche il suo percorso formativo che, nel tempo, l’ha vista impegnata in diversi settori. Attratta da sempre dalla bellezza dei colori e dalla scenografica visione delle immagini, è stata per anni regista televisiva alla RAI di Milano, ha poi frequentato corsi di arazzo contemporaneo presso la Scuola di Arte Applicata del Castello Sforzesco della stessa città, pubblicato un romanzo con “Mondadori” e libri per bambini con Salani editore. Attualmente frequenta pure l’Istituto d’Arte Felice Gazzola di Piacenza. Tutto questo le ha dunque permesso di accedere ad una lunga e approfondita attività di ricerca all’interno di molteplici e diversificati mezzi espressivi che spaziano dalla grafica alla pittura e alla scultura, concentrandosi sempre, con competenza e abilità tecnica, sulla natura mutevole della percezione, sui meccanismi della visione, sull’aspetto polisemico delle immagini. Appassionata del suo lavoro, ha sempre proceduto con metodo e rigore quasi scientifici seguendo sempre il suo stile, il suo linguaggio, il suo modo di intendere e concepire la comunicazione artistica, un figurativo interpretato e talmente sintetico, libero ed evoluto da rasentare, in molti casi, l’espressione Informale. Nel complesso un linguaggio di straordinario gusto estetico, con caratteristiche e risultati del tutto personali perchè fortemente giocati sull’stinto e le emozioni, sulla lettura e l’interpretazione dell’interiorità, sulla magica e straordinaria forza del sentire poetico, come ben dimostrano le due opere presentate in questa rassegna: sono paesaggi interiori, visioni dell’anima, emozioni intense e sentite espresse con rapidità e immediatezza seguendo la pura creatività e l’ispirazione del momento.
Luigina Fernanda Paola Cerrina (GE): nata ad Asti, vanta un percorso artistico complesso e articolato che spazia dalla pittura alla poesia con momenti di forte e sentito impegno culturale e di intenso e meditato lirismo. Artista a tutto tondo, dunque, carica di vitalità ed energia e ancora oggi incessantemente impegnata a creare e produrre in un vero e proprio vortice multidisciplinare dove i vari ambiti (pittura, letteratura e poesia) si fanno “vasi comunicanti” dialogando tra loro, dando vita ad un’unica, grande vena espressiva. Pittura fortemente connotata, libera e personale, giocata sull’stinto e le emozioni, sulla lettura e l’interpretazione dell’interiorità, sulla magica e straordinaria forza del sentire poetico. Una ricerca prolungata e continua del segno, del colore e del gesto che, nel tempo, è giunta ad una maturità piena e che si manifesta chiaramente nella potenza della scala cromatica, nella leggerezza e delicatezza dei tracciati, nell’eleganza delle forme adottate. Dai dipinti di Luigina Cerrina si dipartono vere e proprie esplosioni cromatiche, improvvise aperture e squarci di profondità che aprono a mondi sconfinati e sconosciuti che diventano simbolo e metafora dell’ignoto e dell’inconscio. Espressione dunque, quella della nostra artista, tutta concentrata sul racconto di emozioni e sensazioni, sulla forza esplosiva del colore e sulla sua funzione evocativa dove sogno e memoria, verità e finzione si fondono in una sola ed unica atmosfera dando vita a momenti di intensa e sentita poesia.
Elia Inderle (VI): nato a Schio, in provincia di Vicenza e residente a Santorso, sempre nella stessa provincia, Elia Inderle è un artista-filosofo contemporaneo di grande interesse che basa la sua ricerca pittorica su “lineee di pensiero” fortemente attuali. Variegato e interessante il suo percorso artistico che, tra le varie manifestazioni che lo hanno visto protagonista, annovera anche la partecipazione alla 59° Biennale d’arte di Venezia. Pittura che procede di pari passo con i suoi studi filosofici offrendo agli osservatori profonde riflessioni sulla vita e l’esistenza, sull’Essere e il non Essere, sull’Essere e il nulla. In questa rassegna piacentina Elia Inderle presenta due dipinti di grande intensità e bellezza. C’è, in questo nostro artista, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla grande e storica tradizione dell’Astratto e dell’Informale (Afro Basaldella, Gerhard Richter ecc), riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche, per la personalissima interpretazione e l’uso libero e spontaneo della materia pittorica. Ama il colore, Elia, lo ama perchè mai statico ed inerte, ma dinamico e attivo, in continuo divenire e trasformazione, come lo scorrere lento e inesorabile del tempo, gli avvenimenti della vita, i fatti imprevisti e imprevedibili che cambiano l’esistenza. Leggero e raffinato anche il suo segno che traccia percorsi, traiettorie e variazioni strutturali dell’immagine e dinamizza lo spazio seguendo opposte e contrastanti tensioni.
Peter Nussbaum (AL): Affermato artista austriaco ormai domiciliato nel vicino Monferrato, Peter Nussbaum è un nome importante del panorama artistico internazionale e vanta dunque un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia, nelle principali capitali d’Europa e poi in Cina, Stati Uniti d’America, Argentina ecc. Da sottolineare, inoltre, la sua partecipazione alla 59° Biennale d’arte di Venezia, Pad. Grenada.
Articolato e complesso anche il suo percorso artistico che, nel corso degli anni, si è sviluppato in una lunga e approfondita attività di ricerca all’interno di molteplici e diversificati mezzi espressivi. Osservando le sue opere si resta colpiti, innanzitutto, dal suo segno vivo e palpitante, dinamico e personale, e poi dal suo interesse per le forme, i numeri e la geometria, intesi come regola ed emozione, rigore e fantasia. Ancora, nell’espressione di questo artista, è sempre possibile cogliere la rappresentazione e la ricerca di una perfetta armonia spaziale, intesa come ordine, equilibrio, insieme di forze sapientemente e misteriosamente pensate, mosse e dirette. In questo straordinario processo di invenzione e creatività Peter Nussbaum sogna una dimensione purificata dal rumore dell’attualità, liberata dalla complicata frenesia dei nostri giorni e immagina una dimensione spazio-temporale illimitata e sconfinata dove è bello perdersi e navigare.
Sabina Romanin (PN): l’artista, che vive e lavora a Pordenone, presenta un curriculum critico-espositivo di grande rilievo e interesse fatto di mostre importanti tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia. Dopo una laurea in lingue e letterature straniere presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, ha conseguito pure il diploma di pittura all’Accademia di Belle Arti della stessa città e poi, ancora, ha frequentato l’Accademia di Plymout (GB) con la borsa di studio Erasmus. Dopo un avvio artistico tradizionale, ha iniziato un avvincente periodo di studio e ricerca all’interno dell’Arte Contemporanea e delle più innovative Avanguardie Storiche concentrandosi in modo particolare sulla “poesia Visiva”, sul mondo delle Installazioni e Ambientazioni fino a pervenire all’Arte Tessile e al “segno cucito”, corrente artistica contemporanea conosciuta anche con il termine di “Fiber-Art” e che, nelle sue mani, diventa simbolo della vita e dei suoi segreti percorsi. Ma in questa rassegna piacentina l’artista torna nuovamente a stupirci presentando due opere ad olio su tela di straordinaria esecuzione ed eleganza Un’espressione, questa di Sabina Romanin, fatta di creatività e fantasia, di luce e colori sulla quale inserisce i suoi segni, le sue traiettorie, le sue scritture. Pittura segnica, dunque, ma arricchita da felici intuizioni spaziali, da un innato e prorompente gusto cromatico che, sovente, lascia intravedere un certo divertissement esecutivo, quasi una forma di liberazione interiore quando la sua sintesi grafica riesce a farsi talmente libera e istintiva da rasentare il magico mondo infantile, la semplicità ingenua e disarmante della pura e semplice fantasia. Allora tutto diventa poesia, emozione e lirico sentimento.
Giuliana Susterini (TS): Nata a Gorizia, vive e lavora a Trieste. Variegato e interessante il suo percorso formativo che l’ha vista prima allieva del maestro Mario Donizzetti, poi di Franco Dugo e quindi impegnata in svariati seminari e laboratori di tecniche pittoriche. Le sue opere attuali sono realizzate privilegiando la tecnica del pastello encaustizzato su tavola e della tempera al tuorlo d’uovo velata e verniciata. Espressione preziosa, questa di Giuliana Susterini, perché tutta concentrata sul “segno” e la “forma”, sulla rappresentazione, quasi iperrealistica, di cose e oggetti senza però tralasciare la sua libera interpretazione, il suo intimo sentire, la sua straordinaria capacità di entrare dentro le sfumature del reale e dell’animo umano. Ecco perchè le sue opere, pur nella fedele riproduzione della verità, non cedono mai alla scontata e banale narrazione e neppure al freddo e impersonale messaggio fotografico, ma restano invece sempre e profondamente autentiche, sentite e personali. Giuliana Susterini è senza dubbio artista di “verità” e di visioni naturalistiche, ma capace di tradurre tutto ciò in magica e lirica visione, in attimi e momenti di altissima e sentita vibrazione poetica. La sua espressione, infatti, pur attingendo dal “reale” è immediata e sintetica, libera da ogni condizionamento descrittivo e/o ornamentale e orientata verso un moderno geometrismo che toglie e purifica, semplifica e schematizza dando libero sfogo all’emozione e al sentimento.
Lucia Tedesco (IM); nata a San Remo, vive e lavora ad Imperia. Dopo un primo periodo di carattere figurativo con soggetti e tematiche di ispirazione vangoghiana ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche, dell’Espressionismo lirico e dell’Informale, soprattutto, iniziando quindi una profonda metamorfosi tecnico-espressiva, una fase di straordinario mutamento estetico-formale fatto di colore, gesto e materia. Ne sono una chiara dimostrazione le due opere che l’artista ha deciso di presentare in questa manifestazione. Si tratta di lavori tutti rivolti all’interiorità, all’ascolto delle voci misteriose e segrete dell’animo umano. Qui la stesura è corposa è corposa e materica ma il risultato finale risulta delicato e leggero, sensuale e poetico: perché i suoi dipinti, percorsi da crettature, solchi e ferite, altro non vogliono essere che la proiezione dell’animo umano, delle ansie e delle paure che affliggono l’uomo contemporaneo, delle insicurezze individuali e collettive che sono alla base dei grandi disagi esistenziali dei nostri giorni. Da sottolineare, poi, la tecnica adottata dall’artista e il suo modo di procedere e di lavorare perché Lucia Tedesco non si serve dei tradizionali pennelli, ma solo ed esclusivamente della spatola. E la spatola, per lei, è ormai diventata una cosa sola con la sua mano e il suo polso, un docile strumento che, in modo quasi automatico, ubbidisce alla sua volontà, segue i suoi pensieri, traccia e interrompe percorsi e traiettorie.
Raffaella Torrisi (PA): Nata ad Acireale, in provincia di Catania, e residente a Palermo, Raffaella Torrisi è un’artista dal curriculum critico-espositivo particolarmente selezionato fatto di mostre, personali e collettive, tenute in svariate città italiane e poi la partecipazione alla quarta edizione della prestigiosa Triennale di Roma con un’opera esposta alla Galleria del Cembalo di Palazzo Borghese. Architetto e restauratrice, nel corso della sua attività ha eseguito straordinari lavori di restauro presso prestigiosi monumenti siciliani e ricoperto importanti incarichi presso Facoltà Universitarie. Raffaella Torrisi si presenta come artista fortemente nuova, bravissima e sensibile interprete della OP-Art (Optical-Art), movimento di arte astratta nato e sviluppatosi negli Stati Uniti d’America intorno agli anni sessanta che ha come principale campo di ricerca formale l’illusione ottica e l’impressione plastica del movimento. L’artista siciliana, infatti, nelle sue opere, eseguite sia a colori che in bianco e nero, e percorse sempre da grande e sentita partecipazione, sembra aver assimilato e fatte proprie tutte le leggi fisiche riguardanti la diffusione e la rifrazione ottica, elementi indispensabili per poter superare l’idea di un’opera d’arte immobile e immutabile nel tempo e rappresentare invece un’opera in apparente e continuo movimento e quindi capace di cambiare e modificarsi a seconda di come la si guarda.
L’arte, dunque, come la vita, mai statica ed inerte, ma in continuo movimento, in continua trasformazione.
La rassegna che sarà presentata dal gallerista e critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 7 dicembre.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura.
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