Collettiva – Incontro con la 59a Biennale d’Arte di Venezia
Galleria d’Arte Contemporanea
“STUDIO C”
via Giovanni Campesio, 39
29121 Piacenza
cell: 348-8703060
RASSEGNA NAZIONALE D’ARTE
INCONTRO CON LA 59a BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA
ARTISTI DI RILIEVO INERNAZIONALE IN MOSTRA
1 – 13 OTTOBRE 2022
Alla Galleria d’Arte Contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la Rassegna Nazionale dal titolo “Incontro con la 59a Biennale d’Arte di Venezia”. Scopo della mostra è principalmente quello di offrire a critici, artisti ed appassionati un momento di riflessione sull’attuale stato dell’arte, sulle varie forme espressive oggi sentite e praticate ma anche quello, certamente non meno importante, di riuscire ad individuare una strada e una giusta proiezione per il futuro.
Viviamo oggi tempi complessi, caratterizzati da una grande metamorfosi all’interno di quel mondo che, in senso alquanto generico, viene definito “Arti visive”. Le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi hanno scoperto tecniche innovative, diversificate forme di espressione e più articolati canoni estetici sì da sovvertire le tradizionali ed apparenti indistruttibili categorie artistiche (pittura, scultura, olio, tempera, tecnica mista ecc). Possiamo così senza dubbio affermare che ai nostri giorni è stata letteralmente abolita ogni forma gerarchica all’interno delle arti e che non esiste più differenza alcuna tra le varie tecniche adottate, né supremazia dell’una sulle altre perché tutto si è straordinariamente fuso e coeso. Questa mostra intende pertanto proporre all’attenzione della critica più attenta e qualificata un gruppo di artisti provenienti dalla 59a Biennale d’Arte di Venezia accanto ad altri che, per la qualità della loro espressione e per le novità del loro linguaggio, meritano senza dubbio di essere segnalati per la prossima edizione. Questi i nomi degli artisti invitati e le province di provenienza: Ezio Balliano (VC), Carla Battaglia (RE), Bruno Beccaro (BI), Franca D’Alfonso (VA), Fiorangela Filippini (AR), Giancarlo Flati (RM), Piero Gentilini (RM), Elia Inderle (VI), Fernando Mangone (SA), Peter Nussbaum (AL), Salvatore Scaramozzino (VV),Fedora Spinelli (FG), Raffaella Torrisi (PA).
ARTISTI DELLA 59a BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA
Ezio Balliano (VC): Nato a Vercelli, dove anche oggi vive e lavora, Ezio Balliano ha iniziato giovanissimo la sua carriera artistica come “ragazzo di bottega” in quella fucina di talenti che fu lo storico “Gruppo di via dei Mercati” (Arini, De Bianchi, Leale ecc) che intorno agli anni sessanta è stato punto di riferimento del fermento culturale di questa vivace città piemontese. Prima Espressionista e quindi Impressionista, con opere eseguite prevalentemente in presa diretta e all’aperto, traducendo sulla tela i caratteristici paesaggi della sua terra, ha in seguito sentito il fascino e l’attrazione delle Avanguardie Storiche, del Cubismo e del Futurismo in particolare, dando così l’avvio ad un periodo di grande e suggestivo interesse caratterizzato da scansioni geometriche, triangolazioni e frammentazioni spaziali: in queste opere l’uso del segno dinamico e impulsivo si congiunge, in modo istintivo e naturale, all’interesse per la geometria intesa come regola ed emozione, dando vita a creazioni artistiche uniche e straordinarie giocate sulla magica e coinvolgente dialettica tra forma, luce e colore. Espressione intensa e senza cedimenti, questa di Ezio Balliano, e che, in un momento storico caratterizzato da continui e rapidi mutamenti in cui a prevalere sono i linguaggi tecnici e multimediali, rappresenta un collegamento ed una valorizzazione della nostra grande e insuperabile tradizione basata sulla conoscenza delle tecniche e del “mestiere”.
Franca D’Alfonso (VA): Nata a Pescara, ma residente a Varese dal 1974, Franca D’Alfonso è ormai un’ artista di lunga esperienza, con alle spalle un ampio e variegato curriculum critico-espositivo fatto di mostre prestigiose, personali e collettive, tenute in tutta Italia e in molte capitali d’Europa. Le sue opere attuali si presentano come un armonico insieme di forme e colori al cui interno scorrono segni, percorsi e traiettorie dove si uniscono cuore e ragione, riflessione e sentimento. In esse c’è sempre grande attenzione alla geometria, alla costruzione e al movimento astratto delle forme che si rincorrono sui supporti in un gioco straordinario e piacevole fatto di incastri e sovrapposizioni, di improvvise interruzioni e ripartenze. Dipinti che traggono spunto ed ispirazione dal mondo concreto e reale ma che, nel loro evolversi e nella loro realizzazione, finiscono per diventare luoghi mentali e fantastici, aperti al all’immaginario e all’imprevedibile dove il tempo sembra essersi fermato per suggerire atmosfere delicate e sospese, oltre i limiti dei sensi e delle comuni percezioni. Pittura fortemente contemporanea, questa di Franca D’Alfonso, e capace di scavare dentro l’uomo per renderne pulsioni e sentimenti, aneliti e speranze.
Giancarlo Flati (RM): Nato a L’Aquila, ma attivo soprattutto a Roma, Giancarlo Flati è un artista contemporaneo dal lungo e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre prestigiose tenute in tutta Italia, nelle principali capitali d’Europa e poi, ancora, negli Stati Uniti d’America e Australia. Artista, chirurgo, docente e ricercatore, ormai da diverso tempo Giancarlo Flati è fortemente impegnato in una ricerca che, con coraggio e determinazione, ma anche e soprattutto con originalità e freschezza creativa, si cala nei meandri della scienza, della geometria e della topologia in una complessità analitica che include spazio e tempo, materia fisica e mentale, pensiero e invenzione. Così, a partire dalla fine degli anni settanta, il suo linguaggio si è progressivamente rinnovato e arricchito a partire dall’analisi dello spazio visivo, delle strutture e dei metodi della pratica pittorica che, in più occasioni, ha messo ampiamente in gioco immagini ed elementi ormai consolidati della storia dell’arte. Questo suo modo di procedere, questo suo atteggiamento scientifico-analitico, però, non si riduce solo ad una fredda e calcolata investigazione scientifica, ma apre una nuova e diversa prospettiva operativa ricca di implicazioni e suggerimenti soprattutto quando l’artista, con acume e intelligenza, riesce a spaziare e rappresentare mondi diversi, dal micro al macrocosmo, per cercare e individuare una comune radice, una comune origine.
Elia Inderle (VI): nato a Schio, in provincia di Vicenza e residente a Santorso, sempre nella stessa provincia, Elia Inderle è un artista-filosofo contemporaneo di grande interesse che basa la sua ricerca pittorica su “lineee di pensiero” fortemente attuali. Pittura che procede di pari passo con i suoi studi filosofici offrendo agli osservatori profonde riflessioni sulla vita e l’esistenza, sull’Essere e il non Essere, sull’Essere e il nulla. In questa rassegna piacentina Elia Inderle presenta due dipinti di grande intensità e bellezza. C’è, in questo nostro artista, un senso innato del colore e un timbro cromatico che, pur attingendo dalla grande e storica tradizione dell’Astratto e dell’Informale (Afro Basaldella, Gerhard Richter ecc), riesce tuttavia a farsi moderno e contemporaneo per le felici intuizioni tecniche, per la personalissima interpretazione e l’uso libero e spontaneo della materia pittorica. Ama il colore, Elia, lo ama perchè mai statico ed inerte, ma dinamico e attivo, in continuo divenire e trasformazione, come lo scorrere lento e inesorabile del tempo, gli avvenimenti della vita, i fatti imprevisti e imprevedibili che cambiano l’esistenza. Leggero e raffinato anche il suo segno che traccia percorsi, traiettorie e variazioni strutturali dell’immagine e dinamizza lo spazio seguendo opposte e contrastanti tensioni.
Fernando Mangone (SA): Personaggio di rilievo e artista di fama internazionale, Fernando Mangone vanta la partecipazione a rassegne di altissimo livello, la collaborazione e la frequentazione di importanti e qualificati personaggi della cultura internazionale nonché un’intensa attività espositiva fatta di mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa. Pittura di chiara derivazione Espressionista, la sua, per la velocità e la sicurezza del segno, per il movimento e la vitalità che la percorre, ma vicina ai Fauves per l’intensità cromatica e la libertà del gesto. Mangone esegue di getto, segue l’impeto del momento, il suo estro creativo, ascolta con attenzione le proprie sensazioni e il proprio stato d’animo. Nascono così i suoi straodinari paesaggi urbani percorsi dalla luce, dalla geometria delle moderne architetture, dal caos e dalla frenesia dei nostri giorni. Espressione che, nella sua veloce e rapida stesura, rimanda alla “Street Art”, a certe fasi della “Pop Art” e poi ai grandi murales che, a partire dagli anni sessanta e fino al duemila, avevano letteralmente invaso le metropoli europee portando novità e innovazione, coinvolgendo le masse in avvenimenti di grande portata
Peter Nussbaum (AL): Affermato artista austriaco ormai domiciliato nel vicino Monferrato, Peter Nussbaum è un nome importante del panorama artistico internazionale e vanta dunque un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia, nelle principali capitali d’Europa e poi in Cina, Stati Uniti d’America, Argentina ecc.
Articolato e complesso anche il suo percorso artistico che, nel corso degli anni, si è sviluppato in una lunga e approfondita attività di ricerca all’interno di molteplici e diversificati mezzi espressivi. Osservando le sue opere si resta colpiti, innanzitutto, dal suo segno vivo e palpitante, dinamico e personale, e poi dal suo interesse per le forme, i numeri e la geometria, intesi come regola ed emozione, rigore e fantasia. Ancora, nell’espressione di questo artista, è sempre possibile cogliere la rappresentazione e la ricerca di una perfetta armonia spaziale, intesa come ordine, equilibrio, insieme di forze sapientemente e misteriosamente pensate, mosse e dirette. In questo straodinario processo di invenzione e creatività Peter Nussbaum sogna una dimensione purificata dal rumore dell’attualità, liberata dalla complicata frenesia dei nostri giorni e immagina una dimensione spazio-temporale illimitata e sconfinata dove è bello perdersi e navigare.
Fedora Spinelli (FG): artista pugliese che vive e lavora a San Severo (FG), Fedora Spinelli vanta un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di innumerevoli mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa. Da segnalare inoltre un lungo e costruttivo periodo dedicato al Metaformismo di Giulia Sillato e il suo impegno nell’aderire alle mostre e alle varie iniziative del gruppo. Articolato e complesso anche il suo percorso artistico che, dopo il traguardo accademico, ha conosciuto vari momenti e ha spaziato dall’insegnamento alla pittura con periodi di forte lirismo dedicati anche alla poesia. Gradualmente e attraverso un’approfondita opera di studio e ricerca, la nostra artista è così pervenuta ad un’espressione originale ed autentica al cui interno convivono diversificate tecniche espressive (olio, smalto e affresco). Espressione senza dubbio Astratta, quella di Fedora Spinelli, con evidenti richiami all’Informale soprattutto quando, con libertà gestuale e freschezza di tocco, libera sulla tela emozionate e suggestive pennellate, morbidi tracciati, reticoli e percorsi. Con le sue opere Fedora attira così lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua trama visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio della rappresentazione in una scansione geometrica senza fine e in una prolungata vertigine prospettica capace di stupire e creare magiche e strordinarie sensazioni.
NUOVE PROPOSTE
Carla Battaglia (RE): Nata a Reggio Emilia, dove anche oggi vive e lavora, Carla Battaglia è ormai un’ artista di lunga esperienza, con alle spalle un ampio e variegato curriculum critico-espositivo fatto di mostre prestigiose, personali e collettive, tenute in tutta Italia. Poi un corso di perfezionamento in Danimarca presso la scuola d’arte Kunthojskolen di Holbaek per meglio approfondire l’uso delle tinte acriliche. E senza dubbio inizia da qui il cammino di Carla Battaglia all’interno del variegato e complesso mondo dell’arte contemporanea. Le sue opere attuali si presentano allora come un armonico insieme di forme e colori al cui interno scorrono segni, percorsi e traiettorie dove si uniscono cuore e ragione, riflessione e sentimento. In esse c’è sempre grande attenzione alla geometria, alla costruzione e al movimento astratto delle forme che si rincorrono sui supporti in un gioco straordinario e piacevole fatto di incastri e sovrapposizioni, di improvvise interruzioni e ripartenze. Interessante e coinvolgente, poi, l’ultima produzione dell’artista che, con un ulteriore scatto di fantasia e creatività, ha dilatato le forme e i tracciati, ampliato le visioni e gli spazi creando un Unicum visivo dove Astratto geometrico e Informale sembrano convivere in modo assolutamente naturale ed armonico. Ecco allora che in queste opere la linea e la costruzione geometrica sembrano di colpo interrompersi dando luogo ad una interessante ed imprevedibile metamorfosi segnica che si trasforma in pura riflessione cromatica dove tutto è luce e colore, vibrazione e profondità.
Bruno Beccaro (BI): nato a Biella, dove anche oggi vive e lavora, Bruno Beccaro è un artista di lunga esperienza che vanta la partecipazione a mostre e rassegne di livello nazionale e internazionale. Pittore, scrittore e filosofo, ha trovato nella natura e nella complessa realtà che ci circonda, gli elementi fondanti di tutta la sua espressione, gli argomenti e le tematiche da affrontare e sviluppare. Arte intensa e sentita, quella dell’artista piemomtese, quasi un prolungamento della sua stessa vita, fatta di cultura, passione e sentimento. Natura, mente e spirito sono infatti i punti cardine di ogni sua creazione, il filo conduttore della sua filosofia artistica quasi a voler rimarcare l’indissolubile complessità umana, l’alto valore dello spirito, il prezioso equilibrio della mente. Tra le varie tecniche da lui adotate, spicca quella dell’acquarello, tecnica nobile e difficile dove non è possibile commettere errori o avere pentimenti. Pittura capace di superare la semplice visione retinica del mondo e delle cose per spingersi oltre il visibile ed entrare in profondità. Spesso, nelle sue opere, si notano improvvise aperture e squarci di luce che aprono a mondi sconfinati, simbolo e metafora dell’ignoto e dell’inconscio, ma anche, e soprattutto, dell’umano esistere e della precarietà dei nostri giorni.
Fiorangela Filippini (AR): nata ad Arezzo, dove anche oggi vive e lavora, è un’artista di lunga esperienza che vanta la partecipazione a mostre e rassegne di livello nazionale e internazionale. Interessante, e degno perciò di essere sottolineato, anche il suo percorso espressivo che, nell’arco del tempo, ha riguardato il collage, la pittura su vetro e il pastello a cera per giungere fino alla tecnica della pittura ad olio. Arte di carattere prevalentemente naturalistico, questa di Fiorangela Filippini, dunque arte che si ispira alla natura, al mutare delle stagioni e alle loro poetiche atmosfere che la nostra artista sa cogliere e descrivere con grande sentimento e partecipazione. Espressione intensa e sentita, sospesa sempre tra astratto e figurativo, fatta di improvvise e ben calibrate scomposizioni geometriche che attraversano le realistiche visioni creando profondità e movimento, dinamismo e raffinate trasparenze. Coinvolgenti le due opere che l’artista ha scelto per questa rassegna piacentina. In esse si coglie una componenete fortemente lirica, nostalgica e quasi malinconica per una natura seriamente compromessa, offesa e ferita dagli umani comportamenti. Pittura che si rivela come un magico incontro tra natura e cultura, cuore e ragione, riflessione e sentimento.
Piero Gentilini (RM): pittore, scenografo e grafico pubblicitario, vive e lavora a Rocca di Papa (RM) ed è ormai un nome affermato dell’attuale panorama artistico nazionale. Il mio incontro con questo artista è avvenuto in tempi abbastanza recenti alla quarta edizione della Triennale di Roma, dove sono stato letteralmente affascinato da una sua opera esposta a Palazzo Velli. Un’opera dominata dallla geometria e dal silenzio e facente parte del vasto e variegato repertorio della Digital Art per la sua particolare tecnica esecutiva che, nelle varie fasi della realizzazione, tende sempre a coinvolgere lo spettatore in un interessante rapporto di attiva e dinamica partecipazione. Piero Gentilini, infatti, appare letteralmente attratto e affascinato dallo spazio inteso come entità magica e misteriosa, come elemento da sondare e gradualmente scoprire e analizzare. Segno e colore vengono così a creare giochi prospettici, lontananze e profondità capaci di creare l’illusione ottica della geometria e immergere l’osservatore in dimensioni altre, rarefatte e sospese, oltre il puro visibile. Il nostra artista, insomma, con il suo segno e il suo gesto pittorico, attira lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua costruzione visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio-tempo, in una vera e propria vertigine prospettica che azzera la fisicità della tela e crea dimensioni di carattere virtuale e mentale.
Salvatore Placido Scaramozzino (VV): Nato a Dinami (Vibo Valentia), vive e lavora a Milano e insegna design e laboratorio di scenografia presso il Liceo Artistico F. Melotti di Cantù. Intenso e variegato anche il suo curriculum artistico che, nel corso degli anni, lo ha visto protagonista di svariati progetti per il teatro lirico, la prosa e la televisione. Numerose anche le sue partecipazioni a mostre e rassegne artistiche di livello nazionale e internazionale. Espressione intensa e sentita, questa di Salvatore Scaramozzino, fatta di trasparenze, rispecchi e velature, arricchita inoltre dall’uso sapiente di diversi materiali che, nel contesto del risultato finale, riescono a dare il senso della profondità e della terza dimensione. In questo artista, fantasia, sogno, creatività e pensiero riescono a convivere in modo armonico e straordinariamente poetico offrendo approfondite riflessioni di carattere sociale ed esistenziale. Non c’è mai retorica in queste opere, né facile descrizione, ma delicatezza di racconto, sensibilità esecutiva e poi atmosfere rarefatte e sospese dal richiamo onirico e quasi surreale. Il tutto unito ad una scala cromatica coinvolgente e personale, ad una luce raffinata e persistente, cercata e ricercata all’interno dei colori e degli impasti, nelle modalità dell’uso e della stesura, negli abbinamenti e nei contrasti, nella freschezza dei tocchi e della materia purissima.
Raffaella Torrisi (PA): Nata ad Acireale, in provincia di Catania, e residente a Palermo, Raffaella Torrisi è un’artista dal curriculum critico-espositivo particolarmente selezionato fatto di mostre, personali e collettive, tenute in svariate città italiane e poi la partecipazione alla quarta edizione della prestigiosa Triennale di Roma con un’opera esposta alla Galleria del Cembalo di Palazzo Borghese. Architetto e restauratrice, nel corso della sua attività ha eseguito straordinari lavori di restauro presso prestigiosi monumenti siciliani e ricoperto importanti incarichi presso Facoltà Universitarie. Raffaella Torrisi si presenta come artista fortemente nuova, bravissima e sensibile interprete della OP-Art (Optical-Art), movimento di arte astratta nato e sviluppatosi negli Stati Uniti d’America intorno agli anni sessanta che ha come principale campo di ricerca formale l’illusione ottica e l’impressione plastica del movimento. L’artista siciliana, infatti, nelle sue opere, eseguite sia a colori che in bianco e nero, e percorse sempre da grande e sentita partecipazione, sembra aver assimilato e fatte proprie tutte le leggi fisiche riguardanti la diffusione e la rifrazione ottica, elementi indispensabili per poter superare l’idea di un’opera d’arte immobile e immutabile nel tempo e rappresentare invece un’opera in apparente e continuo movimento e quindi capace di cambiare e modificarsi a seconda di come la si guarda.
L’arte, dunque, come la vita, mai statica ed inerte, ma in continuo movimento, in continua trasformazione.
La Rssegna, che sarà introdotta e presentata dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 13 ottobre.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura