Arte Forlì-Cesena Contemporanea apre il 27 ottobre
Romagna Fiere ha così deciso di accettare con entusiasmo l’invito dell’Amministrazione di Cesena Fiera per organizzare presso il proprio quartiere la 21ª edizione di Contemporanea, la sua più longeva manifestazione che è stata ribattezzata “Arte Forlì-Cesena Contemporanea” e dal 27 al 30 ottobre 2017 viene ospitata dal polo espositivo di Pievesestina. Un contesto moderno, facilmente accessibile, capace di accogliere visitatori, galleristi ed artisti con servizi puntuali e all’altezza di ogni necessità. Nei suoi 17.000 metri quadrati di spazi espositivi, recentemente rinnovati, Cesena Fiera garantisce alla manifestazione non solo una cornice pregiata, ma anche una possibilità di ulteriore qualificazione. Arte Forlì-Cesena Contemporanea intende consolidarsi con una formula che non cambia ma si arricchisce di ulteriori novità. La fiera si propone non solo come una grande mostra-mercato di opere di elevata qualità, ma anche come una sorta di “cenacolo” in cui incontrare gli artisti e confrontarsi con loro, interloquire con galleristi capaci di consigliare il collezionista esigente per un acquisto che soddisfi contemporaneamente il gusto personale e il desiderio di effettuare un investimento di valore. Rappresenta inoltre un’occasione per gli esperti del settore di scoprire e valorizzare nuovi talenti, in quanto rivolge un’attenzione speciale ai giovani e si apre ad un panorama artistico in continuo fermento e mutamento. Un’esperienza dunque d’arte in tutte le sue sfaccettature, dalla tradizione alle Avanguardie. A rendere ancora più interessante la visione delle opere di gallerie provenienti da tutta Italia, oltre ai tradizionali Spazio allo Spazio a cura di Oscar Dominguez e ad Arte per la Nave, ci sono eventi collaterali che sono vere e proprie esposizioni monografiche. Vediamole:
Mario Sironi – Retrospettiva Omaggio è l’esposizione curata in collaborazione con Edizioni Cinquantasei Bologna che si potrà ammirare all’interno degli spazi di Cesena Fiera con ben 80 opere datate tra il 1900 e il 1960 dell’artista sassarese capostipite del Novecento italiano, dell’Illustrazione e della Pittura Murale. L’esposizione è stata già proposta dal 16 settembre come evento anticipatore della rassegna fieristica nella cornice della Galleria Comunale d’Arte di Palazzo del Ridotto, riscuotendo un notevole successo di pubblico (circa 3.000 i visitatori al 22 ottobre) e l’apprezzamento di critica e istituzioni. L’evento ospita opere provenienti dalla collezione di Andrea Sironi-Straußwald, dalla collezione della Galleria Cinquantasei, di alcuni collezionisti privati e sarà suddivisa in tre sezioni: Pittura, Illustrazione, Grande Decorazione.
Bruno Di Bello – Tabulae pictae a cura di Raffaella A. Caruso è uno sguardo approfondito presentato da Eidos Immagini Contemporanee sull’opera di Bruno Di Bello. Nato a Torre del Greco nel 1938, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli inizia la propria attività espositiva e con Biasi, Del Pezzo, Fergola, Luca e Persico dà vita al Gruppo 58, formazione che stabilisce subito un contatto diretto, grazie soprattutto al periodico Documento Sud, con l’ambiente culturale milanese. Dopo le prime mostre di gruppo, nel 1960 Di Bello espone in personale alla Galleria 2000 di Bologna. Inizia a inserire la fotografia nei suoi lavori e nel 1966 ha la prima personale alla Modern Art Agency. Nel 1967 comincia a usare direttamente la tela fotosensibile e si trasferisce a Milano, iniziando ad esporre con il gruppo della Mec-Art, teorizzata da Pierre Restany. La sua indagine è qui volta precipuamente alla scomposizione dell’immagine, in particolare delle icone dei protagonisti delle avanguardie storiche e dei propri miti artistici teorizzando in maniera chiara la possibilità per l’arte di riflettere sulla sua storia. Alla fine degli anni 70 Di Bello, uscito dall’esperienza della Mec-art, usata più in chiave concettuale che pop, sperimenta nuovi usi del mezzo fotomeccanico. Disegnando a distanza su tela fotosensibile con il raggio di luce di una torcia riesce ad agire una forte gestualità senza alcun medium fisico. Un’action painting sui generis, dove la luce imprime il segno sulla tela in maniera immateriale, simulando la forza del pensiero. Negli anni Ottanta Di Bello sperimenta un nuovo modo di usare questa tecnica, interponendo tra la fonte luminosa e la tela figure umane e oggetti che proiettano su quest’ultima le loro ombre, lasciando che sia l’azione performativa a impressionare la tela fotosensibile con l’aiuto di larghe pennellate di rivelatore. Da questa esperienza nascono così negli anni Novanta i Frattali e le pitture digitali con cui Di Bello si apre alle nuove possibilità offerte dal progredire della tecnologia.Il nuovo Millennio ha portato a un cambiamento radicale nei modi di produrre e fruire le opere d’arte, ponendo spettatori e artisti di fronte alla necessità di una riflessione approfondita e trasversale sulle possibilità etiche, sociali ed estetiche di nuovi strumenti: Di Bello in essi paradossalmente ritrova una morbidezza di tratto antica con cui riconduce ad unità natura e artificio, ottenendo opere dall’andamento classico di vere e proprie Tabulae pictae. A quest’ultima riflessione teorica appartengono i lavori in mostra ad Arte Forlì-Cesena Contemporanea.