Aqua Aura, Paesaggi Curvi
Dopo i positivi riscontri ottenuti nel 2017-18 ad Alessandria e Reggio Emilia, con due esposizioni museali sviluppate attorno alla videoinstallazione sonora “Millennial Tears”, Aqua Aura presenta in anteprima a Ferrara il suo nuovo video “Where the Lost Things Are” (2019), cuore della mostra “Paesaggi Curvi”, a cura di Maria Letizia Paiato e Chiara Serri.
L’esposizione, realizzata in collaborazione con i Musei Civici d’Arte Antica e la Comunità Ebraica di Ferrara, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara e del Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS), sarà allestita dal 16 marzo 2019 nelle due sedi della Palazzina Marfisa d’Este e della Sinagoga Grande della Scola Italiana, che per la prima volta nella sua storia apre le proprie porte all’arte contemporanea.
Il vernissage si terrà sabato 16 marzo, alle ore 18.00, presso la Palazzina Marfisa d’Este. A seguire sarà aperta al pubblico la sezione della mostra allestita presso la Sinagoga Grande della Scola Italiana.
Il titolo della personale – “Paesaggi Curvi” – nasce all’assonanza fonetica con il termine scientifico “Passaggi Curvi”, coniato di recente nel campo della Fisica Astronomica e indagato in particolare da Lisa Randall, autrice di uno dei modelli più accreditati di universo pluridimensionale.
Come la scienziata concepisce l’universo quale membrana dotata di più dimensioni spazio-temporali che possono distendersi e curvarsi, accreditando quindi leggi fisiche radicalmente differenti rispetto alle dinamiche che conosciamo, così Aqua Aura evoca, attraverso le sue opere, luoghi multidimensionali: paesaggi che mettono in scena le contraddizioni della percezione umana e la paura di ciò che può esserci oltre, nell’altrove, e allo stesso tempo il desiderio di conoscere, di raggiungere ciò che sfugge ai sensi, fino a confondersi con i sentimenti arcani del “magico” e del “sublime”.
La mostra nasce dal desiderio di tracciare i contorni, attraverso lo svolgersi delle sue sale, di un tema spesso dimenticato, ovvero il “Paesaggio”, sdoganato come genere a sé stante nel Seicento. L’esposizione costituisce dunque un’occasione per focalizzare lo sguardo sulle ricerche dell’artista accomunate dal denominatore comune del paesaggio come generatore di significati, dagli studi del 2014 fino alle ultime propaggini dagli esiti ancora in corso, che raccolgono la produzione del 2018-19.
Come scrive, infatti, Maria Letizia Paiato, «Le immagini dei paesaggi proposte da Aqua, che mostrano in prima battuta una forte emozione di carattere estetico, rivelando in ciò una diretta connessione con la storia del genere, si discostano dal passato per riorganizzare in chiave contemporanea un nuovo sentimento della rivelazione».
La sezione della mostra allestita nelle stanze un tempo abitate da Marfisa d’Este, amante delle arti e della poesia, si sviluppa attraverso le sale della villa estense, ognuna delle quali ospita opere singole o afferenti alla stessa serie (“Museum Highlights”, “Empty Spaces”, “Scintillation”, “Shelters: on the very nature of light”, “The Farewells Rooms”, “The Cages”, “Where the Lost Things Are”), lungo un percorso strutturato non in senso cronologico, ma per assonanze tematiche e formali. Accanto alle opere storiche, saranno presentati diversi lavori inediti. È questo il caso della videoinstallazione “Where the Lost Things Are”, che coniuga riprese in analogico e animazione 3D. Alcune inquadrature in esterno anticipano un piano sequenza ambientato in un magazzino industriale, dentro al quale si sarà testimoni di un evento enigmatico, innescato da un paesaggio glaciale che genera l’antico sentimento della meraviglia, dello stupore, sfruttando la visione di una realtà plausibile in natura, ma posta in un luogo improprio, con finale a sorpresa.
Nella Sinagoga Grande della Scola Italiana sarà, invece, presentata la videoinstallazione “Millennial Tears”, per la prima volta visibile a Ferrara. In un luogo fortemente connotato a livello storico e culturale, l’artista propone un’esperienza immersiva ed emozionale, scaturita da una visita nel Sacrario del Museo Yad Vashem di Gerusalemme e maturata tra i ghiacci islandesi, in dialogo con un tema di grande attualità, ovvero il drammatico scioglimento della calotta artica. Dal lento sgretolamento delle lastre ghiacciate emergono memorie e attese, emozioni imprigionate nella solidità del ghiaccio e lacrime di nascita a rinascita della millenaria cultura ebraica.
«Tutte le opere esposte – conclude Chiara Serri – si potrebbero dunque leggere come un tentativo estremo per preservare e conservare la natura, anche attraverso processi di musealizzazione o ricostruzione onirica, tesi a tramandare quella forma di bellezza che ci avvicina al senso del sublime, all’assoluto, al divino. Nelle mani di Aqua Aura, l’ultimo ghiaccio diventa, infatti, oggetto estetico, opera d’arte capace di fermare il tempo, anelando all’eternità».
L’esposizione, realizzata con il sostegno di Co.O.Pe.Ra.Te. srl, sarà aperta al pubblico presso la Palazzina Marfisa d’Este (Corso della Giovecca, 170) fino al 5 maggio 2019, da martedì a domenica con orario 9.30-13.00 e 15.00-18.00, chiuso il lunedì; Pasqua chiuso, aperto Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio. Ingresso intero Euro 4,00, ridotto Euro 2,00 (gruppi 15 persone, oltre i 65 anni); gratuito fino ai 18 anni. La sezione allestita nella Sinagoga Grande della Scola Italiana (Via Mazzini, 95) sarà visitabile fino al 16 aprile 2019, mercoledì e giovedì ore 15.00-19.00, venerdì ore 10.00-13.00 e 14.00-17.30, domenica ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00. Ingresso libero. Catalogo Vanillaedizioni con prefazioni di Tiziano Tagliani (Sindaco del Comune di Ferrara) e Andrea Pesaro (Presidente della Comunità Ebraica di Ferrara) e testi critici di Maria Letizia Paiato e Chiara Serri. Per informazioni e prenotazioni gruppi: Servizio Informazioni e Prenotazioni Ferrara Mostre e Musei (tel. 0532 244949, diamanti@comune.fe.it, www.palazzodiamanti.it), Comunità Ebraica di Ferrara (tel. 0532 247004, comebraicafe@gmail.com). Per approfondimenti: www.aquaaura.it.