Anime Celate – Francesco Spatara
Alla Galleria d’Arte Contemporanea STUDIO C di via G. Campesio 39 si inaugura, alle ore 18, la mostra personale di Francesco Spatara dal titolo “Anime celate ”.
Nato a Lamezia Terme (Catanzaro), ma residente a Tortolì (NU), nel 1983 si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera affiancando poi, per diversi anni, il pittore Innocente Salvini e approfondendo svariati aspetti pittorici vicini all’Astrattismo. Trasferitosi successivamente in Sardegna, si è inserito nel mondo della scuola e attualmente occupa la cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico di Lanusei. Il territorio selvaggio e fascinoso dell’Ogliastra e poi la magica atmosfera dell’isola hanno influito positivamente sull’animo del nostro artista alimentando la sua già straordinaria vena creativa e il suo innato desiderio di indagare la natura umana, le emozioni, i sentimenti. E forse è proprio da questi presupposti che nascono e prendono vita le sue opere tutte rivolte all’interiorità e al percorso esistenziale. Espressione intensa e senza cedimenti, quella di Francesco Spatara, sostenuta sempre da grande rigore e grande cultura, che trova linfa e nutrimento nelle pieghe complesse della nostra contemporaneità ma che si sviluppa e realizza attraverso la conoscenza e l’approfondimento delle Avanguardie Storiche, ossia di quei movimenti che tra l’inizio del secolo e la seconda guerra mondiale, hanno profondamente modificato tutto il percorso dell’arte e il nostro pensiero va senza dubbio al gruppo dei Fauves (rivoluzione del colore), all’Espressionismo di matrice tedesca Die Brucke e Der Blaue Reiter (rivoluzione della forma) e infine ad un altro grande del novecento, Francis Bacon, ai suoi personaggi consunti dal tempo e dalla vita, dalla paura e dal dolore. Ebbene, da tutto questo prezioso bagaglio culturale, Francesco Spatara ha saputo trarre un linguaggio ed un alfabeto pittorico completamente autonomo e personale, una cifra stilistica che è solo ed esclusivamente sua, ha saputo affrancarsi da tutto e da tutti per essere solo e soltanto se stesso. Ma, soprattutto, il nostro artista, con il suo gesto perentorio e deciso, con i suoi colori e la sua capacità visionaria, sta a rappresentare l’esaltazione concreta della “vera pittura”, la rivendicazione tangibile del sapiente ed eterno “mestiere” dell’artista sull’espressione tecnologica e digitale oggi così diffusa e così di moda.
Pittura fortemente Espressionista, questa, autentica e severa, fatta di gesto e materia e talmente sintetica ed essenziale da rasentare l’espressione Astratta perchè i ritratti o i personaggi che Francesco ci rimanda non sono figurativamente riconoscibili né facilmente identificabili: l’artista prima li costruisce e poi, liberamente, li destruttura e li demolisce fino a renderli soltanto forma, fiato, timido e sommesso respiro: perchè quello che conta non è tanto la visione in sé o la rappresentazione del reale quanto piuttosto la tensione che sta alla base e il momento creativo che la genera e la produce. Ma questa straordinaria ed intrigante evanescenza, questa lenta e graduale dissolvenza dell’immagine non è per nulla casuale o involontaria, è, al contrario, una precisa volontà dell’artista che sceglie di essere e stare nella pittura, di viverla e praticarla in ogni attimo e in ogni momento seguendone fasi e mutamenti. Si spiega così anche l’uso che l’artista fa della materia pittorica, una materia densa e corposa, lavorata per masse e superfici, per addensamenti e improvvise distensioni. Perchè Francesco Spatara non vuole rappresentare un corpo da guardare e analizzare, ma la sua anima e la sua ombra, il suo “essere” e il suo “esistere” che pulsa nel gesto e nel movimento creativo.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 19 ottobre.