A testa Alta
Dopo l’articolato viaggio nell’universo poliedrico dell’artista e regista Bigas Luna andato in scena al Castello di Susans e alla Terrazza Mare di Lignano Sabbiadoro – due location dal sapore molto diverso ma legate dal fil rouge progettuale ideato dal direttore artistico Sabrina Zannier, nel quale la vita e l’arte dell’artista e regista catalano hanno preso forma attraverso installazioni ambientali, performance coreutiche, canore, teatrali e ricostruzioni di materiali d’archivio – il Festival Maravee Mind prosegue il suo percorso espositivo al Museo Civico nel Palazzo Elti di Gemona del Friuli (Ud), dove venerdì 1 dicembre verrà inaugurata “A testa alta”, la personale dell’artista altoatesino Willy Verginer. Entro l’orizzonte tracciato dall’intero Festival sul dialogo tra Ragione e Passione, le sue sculture inscenano la dedizione alla natura, proseguendo la via emozionale che caratterizza la poetica di Bigas Luna.
Tesa tra Ragione e Passione nella relazione fra l’amore per l’ambiente e una progettualità certosina, l’opera di Verginer, abile come poche altre nell’azionare il tasto del coinvolgimento emozionale nello spettatore, si materializza in sculture capaci di comunicare il suo forte interesse per la relazione uomo/natura.
La scelta di diversi tipi di legno, dal tiglio al pero… – provenienti dalla Val Gardena, che si dall’infanzia ha alimentato la sua passione per le Dolomiti – lo inscrive nella tradizione secolare di un territorio che vanta i maggiori centri di scultura lignea in Europa. Dopo essersi misurato con le ancestrali tecniche policrome e dopo aver rinnegato l’approccio narrativo della figurazione, in favore dell’interiorizzazione dei suoi modelli, ossia affiancando alla riconoscibilità fisica dell’effigiato una valenza concettuale, è approdato alla messa in scena dell’universalità umana. Le sue figure a grandezza naturale, isolate o raccolte in gruppi, nate in seguito alla relazione diretta con il modello e ai disegni preparatori, sono intensi e al contempo fragili testimoni dell’esistente.
A Maravee Mind Verginer metterà in scena un’umanità “a testa alta”, fiera di rispettare i valori dell’ecologia, che troneggia argentea su barili riciclati, che vi si distende all’interno, quasi a cercare la pulizia del mondo o, ancora, che svetta su un cumulo di riciclo e colorandosi in un’intensa nuance verde clorofilla sottolinea la volontà, e forse la necessità, di scambiare la propria epidermide con il fogliame e il tronco degli alberi.
Alla tinta naturale del legno, che funge da originaria cromia dell’epidermide, si affiancano le tinte del colore acrilico, dal verde al blu, dal grigio all’argento, a suddividere le figure in nette e monocrome zone. Nulla a che vedere con la narrazione, anzi! L’importanza del colore nell’opera di Verginer è quella di spiazzare lo sguardo dell’osservatore, di tradire le attese e di alterare i codici della rappresentazione, come quando fa assumere ai suoi personaggi posture scomode in insolite messe in scena: l’uomo disteso a terra con la testa dentro il barile, la ragazzina in piedi con lo sguardo sul braccio teso dal quale nascono le foglie come fosse il ramo di un albero o, ancora, l’enigmatico uomo in cravatta e occhiali da sole che dall’alto di due barili indica il cielo in un gesto tra il profetico e lo scaramantico.
Il dualismo concettuale di Willy Verginer, tra ragione e passione, natura e cultura, ravvisabile pure sul fronte cromatico, in mostra si catapulta sui corpi e sui volti delle danzatrici della Petite École nel corso della performance inaugurale, tesa al confine tra danza contemporanea e tableaux-vivant nella coreografia di Marina Forgiarini.
Maravee Mind è sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal main sponsor Gervasoni, dai Comuni di Gemona del Friuli e Lignano Sabbiadoro.