Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Corpologie V

Mostra: CORPOLOGIE V

Artisti: Antonella Albani, Maryna Chaika, Eva Koliopantou, Yana Matiichuk, Florindo Rilli, Werther Germondari e Maria Laura Spagnoli.

Luogo: Ospizio Giovani Artisti
Indirizzo:  via Cernaia 15 – Roma
Inaugurazione:  Venerdì 10 Febbraio 2023, h17.30 (fino h20)
Periodo:  10 Febbraio – 31 Marzo 2023
Orario: solo su appuntamento, scrivendo a wgermondari@mac.com

Quinta mostra sul tema del corpo, all’interno delle (S)exhibitions, analizzato ancora una volta nelle sue infinite possibilità di interazione sociali, psicologiche e naturalmente estetiche, attraverso le opere di sette artisti internazionali, provenienti come sempre dalla Collezione OGA. Questa volta però il giorno dell’inaugurazione sarà anche l’occasione per festeggiare nella stessa giornata l’Ospizio Giovani Artisti, aperto esattamente 10 anni fa, e i 60 anni del suo creatore, Werther Germondari.

Antonella Albani (Roma, 1972). Dopo il diploma d’Arte Applicata con specializzazione in “Fotografia Artistica” e “Grafica Pubblicitaria”, si laurea con lode in “Storia dell’Arte Moderna” all’Università La Sapienza, con una Tesi sull’eredità di Raffaello nella pittura Occidentale, affinando le sue competenze umanistiche. Le sue opere raccontano l’attesa di qualcosa che mai accadrà. L’agire dei suoi personaggi si muove intorno a una sospensione, questi ultimi sono spesso immobili, cristallizzati. È una fotografia venata di metafisica e a tratti ironica surrealtà, che spesso denuncia una solitudine, in particolare della figura femminile.

Maryna Chaika (Dnipropetrovska, Ucraina, 1999). “Il corpo umano non è solo una forma materiale della mente o dello spirito. Attraverso la corporeità, viviamo l’esperienza soggettiva in modo diverso. Indipendentemente da noi, il corpo è in grado di sentire e reagire. Nel mio progetto cerco di trasmettere la capacità di una persona di essere flessibile, adattabile e, allo stesso tempo, trasformabile. L’estetica della geometria è pensata per rendere il corpo un oggetto d’arte, per concentrare l’attenzione sulla sua costruzione armoniosa. E i colori vivaci cercano di esprimere la sua natura energetica e spirituale. Nella teoria cinematografica esiste un concetto di percezione del film come pelle. Questo concetto può essere applicato anche alla fotografia. Percepiamo ogni fotogramma non solo con gli occhi: sentiamo e capiamo con tutto il nostro corpo. Linee, curve, rughe, contorni: tutto questo crea l’estetica della geometria corporea”. (M.C.)

Eva Koliopantou (Atene, Grecia, 1967). Ha studiato musica (pianoforte), cinema, pittura e scultura. Negli anni ’80 è membro della scena punk indipendente. In seguito lavora come pittrice, mantenendo il suo studio fino ad oggi, concentrandosi sulla ritrattistica e sul nudo femminile. Questo interesse la porta nel campo della performance visiva e nel 2012, insieme a Stefanos Handelis, crea il gruppo “Anosia”, una piattaforma di pratiche artistiche che lavora con fotografia-video-installazione-performance, con o senza spettatori. Basandosi sul corpo nudo e sulla sua azione nello spazio, il gruppo cerca di stabilire un tempo e una situazione fluida in cui molti confini vengono superati. Elabora concetti derivati dall’esperienza vissuta, dalle relazioni e dal senso lasciato dagli eventi politico-sociali. Cerca un’eterotopia del gioco, della libertà, dove si perdono ruoli e identità. Si tratta di rituale e consumo. Nelle sue azioni si riconoscono le tendenze automatiche dell’uomo verso la metropoli e il potere dell’erotismo disincarnato.

Yana Matiichuk (Verkhovyna, Ucraina, 1999) è cresciuta ed educata a Ivano-Frankivsk, in Ucraina. “Il disegno è sempre stato parte integrante della mia vita. Il desiderio di creare era così forte che ho imparato a disegnare da sola in giovane età. Solo dopo l’ingresso nella vita adulta, ho ricevuto una formazione artistica accademica all’università. Lavoro principalmente con illustrazioni digitali, dove esprimo la mia visione e le mie emozioni personali. L’idea principale di ogni opera è quella di seguire il motto: Sii un creatore consapevole della tua realtà”. (Y.M.)

Florindo Rilli (Cagli, 1962) dagli anni 90 inizia la sua ricerca fotografica. Concentrandosi sul corpo si diverte a giocare e renderlo così versatile da risultare il più delle volte soggetto e insieme oggetto della rappresentazione. Interessante è anche il rapporto che riesce a creare con la danza contemporanea e il teatro in genere. Sperimenta anche nel mondo del fetish, adottando spesso e volentieri la tecnica del bondage per frammentare il corpo e renderlo così segmentato più esplorabile. Numerose le sue partecipazioni a mostre personali e collettive.

Werther Germondari (Rimini, 1963) Artista visivo, performer e filmmaker. Attento a dinamiche innovative sperimentali neo-concettuali che si caratterizzano per un gusto ironico e surreale, svolge dai primi anni ottanta una ricerca attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato a esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali internazionali, alternando installazioni d’ambiente, videowork e atti performativi, focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti a una visione reale, sociale e politica. Nel 2013 ha ideato l’Ospizio Giovani Artisti.

Maria Laura Spagnoli (Amelia, 1960). Laureata in Storia della Musica alla Sapienza di Roma, al DAMS di Bologna in Istituzioni di Regia, ed in Tecnologie per il Restauro e la Conservazione dei Beni Culturali, alla Sapienza di Roma. Negli anni ottanta inizia la sua collaborazione di vita e lavoro con Werther Germondari. Il loro primo cortometraggio è selezionato in concorso a Cannes nel 1994. Ad oggi hanno realizzato insieme tre film di lungometraggio, sul tema della sessualità, nell’ambito del progetto del ‘Tractatus logico-phileroticus’, creato da Werther Germondari nel 1998.

Ospizio Giovani Artisti

L'OGA nasce provocatoriamente per 'ospitare' solo artisti che hanno superato i 35 anni di età, limite utilizzato spesso anche istituzionalmente per definire un giovane artista. Ad onor del vero tale regola all'OGA viene ormai spesso trasgredita, ma cercando sempre di non snaturare troppo l'ideale originario dello spazio espositivo. Le opere delle numerose mostre collettive e personali che vengono realizzate ogni anno provengono esclusivamente dalla collezione dell'Ospizio Giovani Artisti. Sono gli artisti stessi e donare i propri lavori, per poter continuare anche in futuro a realizzare mostre a tema, che si pongono come una continua riflessione sul ruolo di coinvolgimento dell'arte contemporanea e moderna nella società odierna.


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